Page 36 - La Regia Marina nell Isole Ionie aprile 1941 - settembre 1944
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agli italiani. Il colonnello Grande comunicò che il bombardamento aereo
sarebbe stato eseguito il giorno dopo. Intanto cominciarono ad affluire nella
prefettura ufficiali e soldati greci che deponevano le armi e fornivano
informazioni sui tre battaglioni che si trovavano nella parte settentrionale
dell’isola. Con un aereo fu inviato a Brindisi il tenente di vascello Ceccarelli, per
riferire all’ammiraglio Tur. Con lui era anche il comandante del Porto, in stato
di arresto, per fornire informazioni e notizie allo stesso ammiraglio.
Nel pomeriggio giunsero, via aerea, 18 carabinieri, che furono impiegati,
assieme agli avieri e alle CC.NN., per la Difesa del Palazzo della Prefettura.
Il previsto bombardamento aereo non fu effettuato per mancanza degli
aerei: esso, peraltro, risultò superfluo perché, come appurò una ricognizione
del Gruppo, con automobili e camion requisiti, le truppe deponevano sempre
di più le armi. Furono prese parecchie mitragliatrici e alcune centinaia di fucili.
Da Stamage, in data 29 aprile, (10) si trasmise il seguente dispaccio prove-
niente da Superalba: “Da Corfù viene segnalata presenza in posto Reggimento
greco con proposito di arrendersi at germanici non at italiani. Disposto
immediato rafforzamento nostro presidio et predisposta azione massima
energia ricorrendo eventualmente anche at aviazione ove presidio greco non
accolga intimazione resa. Generale Cavallero”.
Sull’occupazione dell’isola riferì anche il comandante Monroy, con lettera
segreta del 30 aprile 1941. Questi aveva seguito le truppe partite dall’Albania
per assumere il comando del Comando Marina di Porto Edda (Santi Quaranta).
A mezzogiorno del 29 Marina Valona gli comunicò l’avvenuto ammaraggio a
Corfù di idrovolanti nazionali con a bordo circa 40 soldati italiani e gli impartì
l’ordine di porre la massima attenzione ai movimenti nell’isola, segnalando di
urgenza qualora si fossero viste inalberate bandiere italiane. Poco dopo, il
comandante di Marina Valona, capitano di vascello Mario Schiavuta, giunto a
Porto Edda e subito ripartitone, dette ordini a Monroy di disporre per il
dragaggio dello specchio d’acqua fra Porto Edda e Corfù città, a mezzo dei tre
dragamine che erano a Porto Edda, di lasciare un solo dragamine a Corfù nel
caso la città fosse stata occupata dagli italiani e di farli rientrare tutti e tre in
caso contrario. Dato che da terra non era agevole verificare, a vista, la
situazione a Corfù, Monroy ritenne opportuno prendere imbarco sul
Monfalcone, unità capo squadriglia, per controllare personalmente la situazione, e
quindi riferire. Partito alle 16, alle 1830 giunse all’ingresso del porticciolo,
parzialmente ostruito da un cacciatorpediniere greco, sbandato a dritta e
(10) Supermarina-Scacchieri Esteri, b. 12, f. 291.
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