Page 235 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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In breve, possiamo aggiungere che seguono la tesi del 1312 anche: Joa-
quin Blanco (Breve notizia historica de les islas Canarias, III Ediz 1957,
pag.11); il testo “Conquista y colonizacion “Ed. Centro de la cultura popu-
lar Canaria, pag. 23, a cura di Josè Juan Suarez Acosta, Feliz Rodriguez Lo-
renzi e Carmelo Quintero Padron; nonché Demetrio Castro Alfin “Historia
de la islas Canarias”, Editoria Nacional Cultura y Sociedad (pag. 50); gli
atti del Convegno tenuto dal 19 al 24 febbraio 2007 dell’Asociacion Viera
y Clavijo “Estudio del Medio Natural y arquelogico en Lanzarote y archi-
pelago Chinino” e lo studio della Fundacion Cesar Manrique “Majos, La
primitiva poblacion de Lanzarote” a cura di Josè Cabrera Perez, Antonia
Perera Betancor, Antonio Tejera Gaspar (pag. 30).
Il vetusto testo di Florentino Perez Embid “Los descubrimientos en el
Atlantico y la rivalidad castellano – portoguesa hasta el tratado de Tor-
desillas”, Sevilla 1948, nel riportare la data del 1312, aggiunge che Lan-
zarotto avrebbe scoperto l’Isola non casualmente, mentre cercava i fra-
telli Vivaldi, bensì perché avrebbe saputo dell’esistenza di “una qualche
isola”da alcuni marinai di Cherebourg, i quali, investiti da una tempesta
nell’Atlantico, furono dalla stessa trascinati fino alle coste della non an-
cora scoperta Lanzarote e lì avrebbero trovato riparo, legname e strada di
ritorno (pag. 60).
L’episodio dei marinai di Cherebourg che avrebbero raccontato a
Lanzarotto della loro deriva fino all’Isola è ripreso poi dal Demetrio
Castro Alfin nel suo Historia de las islas Canarias-De la preistoria al
descubrimiento,Editora nacional Cultura y Sociedad (pag.51) nonché dal
successivo testo di Francisco Pérez Saavedra “Lanzarote, su istoria, su
paisaje, sus gentes”, Centro de Cultura Popular Canaria Ed. , il quale (nel
riportare la data del 1312) aggiunge quale fonte lo storico locale D. Josè
de Viera y Clavijo, vissuto nel XVIII secolo, che scrive: “ celebre Lancelot
Maloisel, y que de este personaje tomò la isla el nombre de Lanzarote” .
Merita invece un’analisi approfondita il testo di Maria Josè Vazquez de
Parga y Chueca, intitolato “Redescubrimiento y conquista de las Afortuna-
das”, Dece Calles 2003, poiché dedica un capitolo intero di diciotto pagine
a Lanzarotto, aprendolo con la già citata (da parte nostra) carta dell’abate
Paulmier dedicata a Francois Du Chesne, storiografo reale, scritta a Rouen
il 19 aprile dell’anno 1659 e depositata presso la Biblioteca Nazionale di
Parigi.

