Page 299 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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dal loro peccato”.
Da questo passo emergono due elementi per l’individuazione del futuro
Purgatorio: questi due elementi sono la possibilità di un riscatto dei peccati
dopo la morte e l’importanza della preghiera da parte dei vivi per i defunti,
il cui destino così muterebbe.
Nel Nuovo Testamento questa possibilità di riscatto si trova in tre pun-
ti, rispettivamente nel Vangelo di Matteo (12.31-32), in quello di Luca
(16.19-26) e quindi in un passo della prima epistola di san Paolo ai Co-
rinzi. (I Corinzi 3.11-15). E queste realtà del Nuovo Testamento pare che
debbano avere necessariamente delle premesse nel Vecchio Testamento.
Da qui l’importanza di quel passo di Giuda Maccabeo per l’elaborazione
del “pensiero Purgatorio”.
Ma torniamo al Paradiso terrestre. Vi è un testo fondamentale, Naviga-
tio Sancti Brendani, scritto riferibile alla metà del X secolo, che contribu-
isce a spostare il Paradiso terrestre da Oriente a Occidente. San Brendano
si mette per mare, per l’Atlantico, alla ricerca del paradiso. In questa sua
navigazione egli s’imbatte, passando di isola in isola, nell’Inferno – lì be-
stie e un fiume di sangue – quindi nel Paradiso delle delizie, ovvero con le
Isole Fortunate e alla fine nel Paradiso terrestre.
Malgrado la Navigatio Sancti Brendani fosse stata attaccata come
apocrifa, l’opera ebbe grande successo e notevole diffusione. Proprio a
testimonianza della diffusione vi è un grande numero di manoscritti. La
Navigatio più antica in volgare risale al XIV secolo e si tratta di una copia
toscana di un originale veneto.
Vi è inoltre da aggiungere che nel XIV secolo v’è un copioso fiorire di
carte geografiche, quelle ad esempio di Marin Sanudo. Così leggenda e
realtà finiscono con l’intrecciarsi; e con i mappamondi e i portolani ecco
che proprio dalle parti delle Isole Canarie verranno collocate le cosiddette
“Isole fortunate di san Brendano”, notizia questa che emerge nel mappa-
mondo di Hereford del 1276 (oggi custodito nella Cattedrale di Hereford):
“Fortunate Insulae sex sunt Insulae St. Brendani”.
E una notizia analoga campeggerà nel mappamondo catalano della bi-
blioteca estense, questo risalente all’anno 1375. In questo caso l’iscrizione
sarà “Fortunarum Insulae sive Sancti Brendani”.
Ora, visto il tanto argomentare su quanto vi era (o vi poteva essere) al
di là delle Colonne d’Ercole, risultava difficile concepire luoghi che se da
una parte potevano risultare “certi” geograficamente parlando, non pote-
vano non essere descritti “anche” con quel fantastico medievale – summa

