Page 75 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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dall’Italia alle Canarie 75
Nessun tribunale.
Niente.
Assassino o innocente,
agli occhi di nessuno un cranio
varrà l’altro come
varrà l’altro un sasso o un nome
perso fra l’erba.
La morte
(il dopo) non privilegia
nessuno.
Non c’è per nessuno,
bruciata ogni ormai inattendibile
mappa, nessuna via regia.
E ancora, nella poesia intitolata “Cianfrogna”:
Se ne dicono tante.
Si dice, anche,
che la morte è un trapasso.
(Certo: dal sangue al sasso.)
E allora nella vita di un nobile scorrono appaiati questi due sentimenti,
quello della gloria e quello della fine del sogno. E anzi, per un involonta-
rio lavoro di mente e di animo quell’accumulare gloria, ricchezza, potere
insomma, servirebbe proprio a tenere a bada, lontana, quell’idea del tran-
sitorio, della morte che bracca l’uomo e spesso lo istiga verso la crudeltà.
Dunque il nostro Lanzarotto Malocello, anche tenendo fede a quanto
letto (certo, spesso molti narratori per celebrare le gesta dell’eroe di tur-
no possono alterarne i comportamenti e accreditargli qualità in vero non
possedute), doveva essere un giovane dotato di saggezza e con la qualità
(è una nostra impressione) di tenere a bada il lato emotivo che spesso può
condizionare una persona nei propri atti.
Dunque, riassumendo, ci pare così, a tutta prima, Lanzarotto Malocello:
uno sguardo inquieto, pure con quell’idea dell’Assoluto che, attenuata per
non sconfinare nel gesto azzardato, s’ammanta di saggezza. Questo per
quanto riguarda indubbiamente l’interiorità; rispetto ai tratti del viso il no-
stro voto va verso un Cartesio giovane, con quella chioma lunga e con quei

