Page 161 - Le bande musicali - dall'Unità d'Italia ai primi del Novecento
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Il repertorIo 161
dro Orsini ha composto l’inno a Cavour, che ha ottenuto menzione meritevole nel
concorso aperto a Torino nell’anno 1873. Un altro autore di vari brani che riguar-
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dano le nostre milizie è Alfredo Macchitella. In particolare egli ha scritto Per gli
eroi dell’11 Bersaglieri nel 1912 e l’inno degli aviatori del 1929. Entrambi sono
restati manoscritti.
La musica è di conforto alle famiglie dei soldati caduti. Vincenzo Fiorentino,
scrive la Patria, dedicata “Ai giovinetti morti […]. Al giovine esercito d’Italia,
nell’ubbidienza, valore, e costanza […]”. 312
Non sono solo marce ed inni a rendere omaggio alle milizie. Ferdinando Ros-
setti, veronese, scrive una mazurka per pianoforte per La partenza d’un reggimento
alpino per l’Africa, pubblicata a Verona, per i tipi di Craut, nel 1887 (figura n. 22)
in cui imita i suoni della fanfara col pianoforte. Infatti nelle indicazioni ci sono le
imitazioni di vari strumenti, in particolare delle trombe, dei tamburi e della gran
cassa, ma anche di tutta la fanfara. Il brano è in tonalità La bem. magg. e in tempo
3/4. Le indicazioni agogiche sono interessanti. Da un ff dell’introduzione si passa
a un “dolce il canto” mentre il basso accompagna con un ritmo di tamburo e un
intercalare di acciaccature. Dalla battuta 13 un “singhiozzare” con la melodia e
uno “stentate” riferito alle note dell’accordo dell’accompagnamento, seguite da un
“allargando”, rendono la melodia più lenta ed intima. Due movimenti di pausa se-
gnano il cambiamento di scena e di emozione. Il ff del “bivacco con brio” esprime
un breve momento di spensieratezza nella struttura della composizione. La frase
musicale del bivacco infatti dura appena 8 battute. Ritornano due movimenti di
pausa. Irrompe il “segnale di tamburi”. Quindi inizia la “fanfara” e il “deciso” dei
soli tamburi protagonisti per 16 battute, seguiti dal ff “energico” delle trombe per 5
battute. Conclude la grancassa. Dopo il “da capo” la musica riprende in una dolce
melodia. “L’Addio” segna il pp “con dolore” di semicrome. Segue un graduale ele-
varsi dal p al f e un discendere agogico sempre con note alternate ribattute, quindi
la preparazione alla fine con un ff “risoluto” e un rullo.
311 Alfredo Macchitella nasce ad Ostuni nel 1875. Inizia gli studi musicali col padre Giuseppe,
cantante, e Giuseppe Epifani, violinista, fondatore e direttore della Filarmonica di Ostuni.
Ben presto il giovane Alfredo entra a far parte di questa filarmonica, come suonatore di oboe.
Fra il 1896 e il 1898 si trasferisce a Mantova dove si specializza con Angelo Castellani.
anna catino, Alfredo Macchitella. La musica da camera nell’Italia meridionale tra XIX
e XX secolo, Barletta, Studio Editoriale Cafagna, 2010, pp. 17-18. Una prova di quanto
fluida fosse la divisione fra musicisti di banda e di orchestra è confermata dal fatto che
spesso i direttori d’orchestra sono stati maestri di futuri direttori di banda e viceversa. Un
esempio è il legame maestro - allievo fra Angelo Castellani e Alfredo Macchitella.
312 vincenZo fiorentino, Patria per canto e pianoforte, versi di Enrico Panzacchi, Napoli, s.n.,
dep. 1889. Ecco la dedica completa: “Ai giovinetti morti, volta al nembo barbarico la fa-
scia. Al giovine esercito d’Italia, nell’ubbidienza, valore, e costanza, e già speranza di mi-
lizia nuova, ed esempio alle soldatesche di questa vecchia civiltà che muore”.