Page 32 - Le bande musicali - dall'Unità d'Italia ai primi del Novecento
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32 Le bande musicaLi miLitari daLL’unità d’itaLia aLLa prima metà deL novecento
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menti ad arco eccellente”. Le scuole di violino sono le più numerose. Infatti tutti
gli allievi che studiano uno strumento a fiato come primo strumento hanno l’obbli-
go di studiare contemporaneamente il violino. Se la stampa loda le scuole di stru-
menti ad arco, di non minore qualità sono le altre scuole, soprattutto di strumenti a
fiato. La fama dell’Orfanotrofio è provata dalle numerose richieste di ammissione
provenienti da diverse parti d’Italia. Il S. Lorenzo è considerato collegio di musica
almeno fino al 1859 ed è organizzato sulla falsariga del Conservatorio S. Pietro
a Maiella, con il quale le sue scuole di musica sono in grado di competere. I due
istituti condividono vari maestri e quindi metodi e libri per la didattica (natural-
mente al fianco dei professori di Napoli non mancano docenti del luogo o maestri
militari). I professori del Conservatorio di S. Pietro a Maiella e del S. Lorenzo svol-
gono anche un intensa attività concertistica, soprattutto nella Capitale. Fanno parte
dell’orchestra palatina, suonano nelle cappelle private oppure nelle cappelle eccle-
siastiche. Sono membri di società filarmoniche. Negli anni Trenta anche Gaetano
Donizetti frequenta l’ambiente artistico della Capitale. Egli contemporaneamente
assolve a diversi incarichi. Insieme con Felice Santangelo, fratello del Ministro
dell’Interno, è membro della commissione giudicatrice degli esami musicali svolti
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nell’Ospizio di S. Lorenzo il 5 ottobre 1837. In seguito Donizetti si allontanerà
sempre di più da Napoli (e naturalmente dalle zone limitrofe), deluso da Ferdinan-
do II che gli aveva preferito Saverio Mercadante come direttore del Conservatorio
di Napoli, dopo avergli promesso che questo incarico sarebbe stato conferito a lui.
I.4. Lo stato Pontificio
Prima di parlare delle bande pontificie vi sono alcuni presupposti da tenere pre-
senti. Nello Stato Pontificio il tradizionale connubio fra musica religiosa e musica
militare si accentua. Le autorità, come gli altri Stati, promuovono le arti come
mezzo per esibire il loro potere. Basti pensare allo splendore che la musica ha rag-
giunto a Roma sotto il pontificato dei Barberini e dei Pamphilj. Ma non sono da
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37 acUto, Necrologia: Michele Lombardi, “Corrispondenze Napoli 5 Febbraio”, «Gazzetta
Musicale di Milano», a. 53, n. 6, 10 febbraio 1898, p. 82.
38 gUglielMo BarBlan, Donizetti a Napoli, «Rassegna Musicale Curci», a. XXI, n. 2, giugno
1968, p. 86; enrica doniSi, Le Scuole Musicali, cit., pp. 60, 93, 127-128.
39 Per ulteriori dettagli sulla musica durante i Barberini e i Pamphilj vedi enrica doniSi, “Es-
sendo io continuamente ricercato…”: Pietro Paolo Sabbatini nella Roma barocca tra di-
dattica e mecenatismo, in «Tullio Cima, Domenico Massenzio e la musica del loro tempo »
atti del Convegno Internazionale di Studi, Ronciglione 30 ottobre - 1 novembre 1997 a cu-
ra di Fabio Carboni, Valeria De Lucca, Agostino Ziino, Roma, Istituto di Bibliografia Mu-
sicale/IBIMUS 2002, pp. 49- 73; enrica doniSi, Vita ed opere di Domenico Benigni. Poeti
e musicisti a Roma tra il 1600 ed il 1660 ca., Grottaminarda (AV), Delta3Edizioni, 2010.