Page 36 - Le bande musicali - dall'Unità d'Italia ai primi del Novecento
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            I.5. I ducati emiliani


               Nella prima metà dell’Ottocento, nel Ducato di Parma ogni unità militare ha
            un complesso strumentale limitato alle trombe e ai tamburi che risponde a poche e
            specifiche funzioni: impartire ordini anche da grandi distanze e trasmettere segnali
            durante i combattimenti. Ma durante il governo di Carlo III la musica nel Ducato
            progredisce. Carlo III è dotato di senso estetico ed è un convinto sostenitore delle
            potenzialità inerenti a questa arte, che vanno aldilà del richiamo militare. Egli os-
            serva ed assume a modello la musica delle milizie borboniche. Al rientro dal suo
            viaggio nel Regno delle due Sicilie la musica militare parmense compie un salto di
            qualità. Il Duca modifica strutturalmente i suoni militari. Impone l’esecuzione di
            musiche di origine napoletana. La marcia reale è la Granatiera napoletana. Carlo
            III ne ha cambiato solo il titolo.
               Tra il 1849 ed il 1854 a Parma sono attive tre bande militari: la Banda della
            Brigata, la Banda della Gendarmeria e il Concerto del Battaglione Cacciatori.
               La più importante e più antica è la Banda della Brigata, esistente sin dall’inizio
            del governo di Maria Luigia. Nel 1849 conta trentaquattro elementi, destinati ad
            aumentare nel corso degli anni. Il 5 maggio 1850 vanta un organico di strumenti
            a fiato e a percussione: clarini, flauti, ottavini, fagotti, corni inglesi, bombardini,
            tromboni, trombe, piatti, tamburi  ed altri. Tuttavia essa non ha un adeguato valore
            artistico. In una nota del 14 marzo 1851 Carlo III ci informa che, cito testualmen-
            te, “la ritirata di ieri sera per la brigata di fanteria è stata un’inaudita confusione
            di tamburi e cornette”. Per migliorare il livello della Banda il Duca assume un
            capomusica austriaco, ma non ottiene gli esiti sperati. Segue un altro capomusica,
            Piero Ruggeri.  Questi adempie a vari compiti. In particolare, come si usa nelle
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            altre bande dei territori italiani, è tenuto a comporre o ridurre tre pezzi al mese, ed
            è responsabile della scelta del repertorio. Ad ogni modo, la Banda della Brigata
            accompagna tutte le feste e le cerimonie della Capitale. Si esibisce nei giorni festi-
            vi ed ogni giovedì, secondo una consuetudine in voga anche in altri territori della
            Penisola. La Banda della Gendarmeria, formata soprattutto da ottoni, è impegnata
            come musica di cavalleria. Infatti i bandisti sono armati di spadone da cavalleria.
            L’organico consta di ventuno elementi. Il direttore, Adamo Braun, è di origine un-
            gherese e proviene dalle fila dell’Esercito Austriaco. Scrive anche musiche su testi
            napoletani. Difficoltà economiche dapprima impongono alla Banda la rinuncia ai
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            cavalli, poi lo scioglimento del reparto.  Sebbene il Battaglione Cacciatori dispon-
            ga di una sola compagnia, il 7 settembre 1852 gli viene annesso un “Concerto”,
            formato da ventiquattro ottoni di fanteria leggera. Il capomusica, Giovanni Hadin-
            ger, proviene dal 10° Battaglione Feldjäger delle milizie austriache. Il Battaglione

            44  Cfr. Scheda biografica.
            45  MaSSiMo fiorentino - Mario Zannoni, Le Reali Truppe Parmensi, cit., p. 35-37.
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