Page 208 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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                 giamento più aggressivo della Repubblica dei Soviet sul piano internazionale.
                 Lenin, consolidato il fronte interno, aveva inteso riaffermare così la primazia
                 russa sui partiti marxisti di tutto il mondo, sottrarre l’internazionalismo ai so-
                 cial-democratici e dare una soddisfazione all’opposizione interna che lamen-
                 tava  l’abbandono  della  prospettiva  rivoluzionaria.  Soprattutto,  il  Comintern
                 poteva servire da arma di pressione sui governi occidentali. La promessa russa
                 di cessare la propaganda rivoluzionaria in Occidente, già avanzata nei contatti
                 informali della fin del 1918, sarebbe stata infatti più efficace se fosse esistito un
                 organismo in grado di orchestrare effettivamente tale propaganda dietro ordine
                 del governo bolscevico .
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                    Se i governi occidentali rimanevano incerti sulla strada da intraprendere con
                 la Russia, , il nuovo governo tedesco mostrava molti meno scrupoli. Il generale
                 Hans von Seekt, capo di Stato Maggiore dell’esercito tedesco e lord protetto-
                 re della neonata Repubblica di Weimar, decise infatti di riprendere nella metà
                 del 1919 i contatti con i bolscevichi sia come arma di pressione sulle potenze
                 occidentali sia per ostacolare le ambizioni dei polacchi, sia, in futuro, per gua-
                 dagnare mercati alla ripresa dell’economia tedesca. Entrambi i governi erano
                 infatti avversari degli equilibri stabiliti a Versailles e i più interessati a sovver-
                 tirli. La loro intesa era scritta più dai loro nemici che da loro stessi. Con il patto
                 Ribentrop-Lenin i nazisti, un ventennio dopo, non dovranno fare altro che trarre
                 dal cassetto un progetto pronto da tanto tempo.
                     Il riavvicinamento russo-tedesco, cui si sarebbe di lì a poco aggiunta la nuo-
                 va Turchia kemalista, preoccupò enormemente gli Alleati . Il primo segnale fu
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                 la fine dell’appoggio dei corpi franchi tedeschi ai movimenti bianchi in Letto-
                 nia e Lituania e la chiusura della frontiera prussiana.
                    La fine dell’appoggio tedesco fu la fine della minaccia su Pietrogrado dai
                 paesi baltici. Poco dopo la Germania rifiutò di aderire al blocco commerciale
                 antirusso e anzi avviò uno scambio informale di rappresentanti con Mosca, con
                 la quale i rapporti erano interrotti dall’armistizio del novembre 1918. Il mes-
                 saggero inviato dai tedeschi in Russia fu il gerarca turco Enver Pascià, latore,
                 immaginiamo, di proposte che andavano ben oltre l’equilibrio europeo .
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                    Durante una sosta del viaggio in un aeroporto della Lituania Enver fu arre-
                 stato dai britannici, che gli sequestrarono un importante carteggio commerciale
                 e militare, fra cui la proposta della industria aeronautica Junkers di proseguire




                 340  P. MELOGRANI, Il mito della Rivoluzione mondiale, cit., pp. 92­96.
                 341  Ivi, pp. 107­108 e 174­175.
                 342  Ivi, p. 109.


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