Page 211 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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Armistizi in mAlAfede. l’Accordo russo-occidentAle      209
                      I russi non si limitarono alla propaganda ma si diedero a tessere una rete di-
                   plomatica con tutti gli interlocutori anti-occidentali disponibili. Nella primavera
                   del 1920 i bolscevichi avevano attaccato i presidi britannici nella Persia nord-
                   occidentale costringendoli a ripiegare e favorendo la creazione di una Repubblica
                   del Gjlan persiano con capitale Tabriz .
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                      In seguito al colpo di stato del febbraio 1921 di Reza Kahn che instaurò
                   la nuova dinastia a Theran, l’appoggio a tale repubblica fu però prontamente
                   barattato da Lenin in cambio di un vantaggioso accordo col nuovo governo
                   persiano che escludeva i britannici dall’utilizzo del Paese per operazioni contro
                   la Russia. La repubblica sorella del Gjlan fu così abbandonata alle truppe dello
                   scià che vi riportarono brutalmente l’ordine .
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                      Non diversamente si comportarono i sovietici con un altro monarca appena
                   giunto al potere con un colpo di stato, Amanullah dell’Afghanistan. Il 14 ot-
                   tobre 1919, mentre era in corso l’ennesimo conflitto anglo-afghano, il primo
                   ambasciatore dello stato asiatico giunse a Mosca solennemente accolto come
                   rappresentante del piccolo ma eroico Afghanistan in lotta contro l’oppressione
                   straniera. Consistenti rifornimenti di armi giunsero così agli afgani, i cui ufficia-
                   li iniziarono ad essere formati nelle scuole militari sovietiche,
                      Anche migliori furono gli scambi col governo turco di Mustafà Kemal, anche
                   questo giunto al potere rovesciando la precedente monarchia e inaugurando una
                   guerra di liberazione contro greci, francesi e britannici. Lenin stabilì nel 1920
                   una intesa che comprendeva la restituzione alla Turchia di tre provincie tolte
                   agli ottomani nel 1878, e abbandonò la Repubblica Armena al proprio destino
                   fino a quando questa non chiese, sotto la minaccia turca, di rientrare nello stato
                   russo, accettando infine la costituzione di un partito comunista turco di stato, il
                   Kesmi e lasciando alla repressione i rivoluzionari irriducibili di Mustafà Sufi .
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                      Date queste premesse, i britannici presero effettivamente molto sul serio la
                   minaccia comunista in Asia, soprattutto dopo la debacle dei bianchi. Sul finire
                   del 1919 David Lloyd George, da sempre assertore di un accordo con Mosca,
                   riprese con forza la sua idea di invitare i russi ad una conferenza di pace che
                   rendesse più stabili gli equilibri di Versailles. Wilson, le cui perplessità cir-
                   ca qualunque soluzione in Russia avevano fin lì inceppato la politica alleata
                   in qualunque direzione, era oramai fuori gioco ed anche gli oppositori interni,
                   Churchill e Curzon, erano molto indeboliti a causa delle difficoltà di bilancio
                   che rendevano impossibile mantenere grossi e costosi contingenti di truppe in


                   350  Ivi, p. 138.
                   351  Ivi, p. 139.
                   352  P. MELOGRANI, Il mito della Rivoluzione mondiale, cit., pp. 139­140
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