Page 212 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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giro per il mondo .
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Fu appunto in quel momento che in Murmania e in Siberia i contingenti bri-
tannici, come quelli degli altri Alleati, cominciavano il ritiro e che, nel settem-
bre 1919, veniva rifiutata la proposta polacca di una crociata anti-bolscevica .
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L’8 novembre 1919 il capo del Governo britannico annunciò alla Camera
dei Comuni l’intenzione di interrompere gli aiuti ai bianchi. Essendosi rivelate
insufficienti le armi, aggiunse, la pace in Russia doveva essere raggiunta con un
differente metodo, e sarebbe stato lieto di ripetere ai russi l’invito che poco tem-
po prima a Prinkipo non si era potuto concretare. I britannici inviarono quindi a
Copenaghen un rappresentante per trattare la questione dei prigionieri di guerra.
Era il primo contatto formale col governo dei soviet .
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Il 20 novembre in un messaggio radio Cicerin raccolse molto positivamente
le aperture britanniche e il 9 dicembre alle legazioni alleate di Copenaghen era-
no recapitate le proposte di apertura dei negoziati .
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Con una ennesima conversione alla linea intransigente Lloyd George, obbli-
gato dai conservatori, pretese però come condizione all’apertura dei negoziati
l’indizione di libere elezioni in Russia ed un patto di pacificazione con i bianchi.
Lenin capì che non erano difficoltà da prendersi sul serio. Poco dopo Litvinov
comunicò chiaramente i termini dell’accordo che i russi proponevano: Mosca
avrebbe sospeso gli aiuti ai nemici dell’imperialismo in Asia se gli imperialisti
avessero sospeso gli aiuti ai nemici del bolscevismo in Russia .
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Karl Radek ribadì questo concetto in una intervista al Manchester Guardian
rilasciata dalla comoda prigionia berlinese dove, ancora per poco, si trovava dal
febbraio 1919. Rivolgendosi al proprio intervistatore, ma in realtà ai governi
europei, affermò che l’Asia era in fermento, come già nel 1905, per effetto della
rivoluzione russa, ma senza che i bolscevichi facessero nulla per incoraggiare
questo accadimento. Certo molti emissari giungevano a chiedere aiuto in Rus-
sia [come poteva saperlo dal carcere a Berlino? n.d.a.] ma non era interesse del
governo sovietico assecondarli. L’imperialismo era un fenomeno radicato tanto
nella psicologia britannica quanto in quella dei popoli dominati, essi potevano
353 Ivi, p. 144 e V. SEBESTYEN, Lenin, cit., p. 401.
354 Ivi, p. 145.
355 P. MELOGRANI, Il mito della Rivoluzione mondiale, cit., p. 147.
356 Ivi, p. 149.
357 “Nel 1848 Marx ed Engels avevano annunziato che lo spettro del comunismo si aggirava in Eu
ropa. All’inizio del 1920 sembrò che questo spettro, addormentato in Europa, si risvegliasse in
Asia. La politica dei bolscevichi consistette nel promettere un nuovo sonno dello spettro, purché
allo Stato sovietico fosse garantita la sopravvivenza”. Ivi, p. 150.
capitolo ottavo