Page 214 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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                 salvarsi solo compiendo uno sforzo da soli “è un problema loro non del governo
                 sovietico. Possiamo offrire soltanto la nostra simpatia . L’interesse del prole-
                                                                   358
                 tariato russo, proseguì, era la pace. Aggiunse però, a rendere più eloquente il
                 discorso:
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                       in cui il successo potrebbe essere facilmente conseguito […] A Oriente la
                       porta è aperta e lì abbiamo grandi possibilità. […] Ci basta inviare i nostri
                       operai più attivi per provocare fermento fra le popolazioni. Per i russi non
                       è una cosa nuova. […] L’Asia Minore è già una polveriera internazionale
                       e interraziale” .
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                    Lo stesso Radek aveva incontrato, sempre nella sua cella, poco tempo prima
                 i leader dei Giovani Turchi in esilio a Berlino, i quali gli avevano prospettato
                 la possibilità per la Russia Sovietica di sostituire la Germania come patrono
                 dell’Oriente musulmano .
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                    Nel dicembre 1919 il governo francese per bocca di George Clemanceau
                 varò la politica del filo spinato per isolare la Russia. Al di là dei termini, era
                 l’ammissione che il consolidarsi del potere sovietico era accettato come fatto
                 compiuto .
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                    Il 16 gennaio 1920 l’Intesa revocò il blocco commerciale contro la Russia,
                 soprattutto per iniziativa di Nitti e Lloyd George e su richiesta di alcuni settori
                 del mondo industriale, fra cui l’industria italiana Fiat, che speravano di ossige-
                 nare col mercato russo gli scambi interrotti dalla guerra. Molti in Europa pensa-
                 vano anche ad un progressivo incivilimento del governo russo proprio attraver-
                 so la ripresa di relazioni commerciali, la cui valenza sarebbe dunque stata anche
                 politica. A titolo formale, non essendo ancora riconosciuto il governo sovietico,
                 la ripresa delle relazioni commerciali sarebbe stata ripresa solo con le coopera-
                 tive russe . Una formula che avrà non poca fortuna nei decenni seguenti.
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                     Poche settimane dopo anche italiani e francesi inviarono in Russia le delega-
                 zioni per stabilire con le cooperative i dettagli degli accordi commerciali.
                    La Russia, ancora confinata fra i paria del consesso internazionale, non po-
                 teva però essere ignorata, a prescindere dal governo che la reggeva. Divisi sulla


                 358  Ivi, p. 151­152.
                 359  Ivi, pp. 154­155.
                 360  P. MELOGRANI, Il mito della Rivoluzione mondiale, cit., p. 114.
                 361  Ivi, p. 158.
                 362  Significativamente, la delegazione italiana era guidata da Nicola Bombacci, socialista massima­
                    lista, che aderirà al comunismo e si stabilirà in Russia, salvò poi finire a Salò. Ivi, p. 160­165.


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