Page 8 - Momenti della vita di guerra - Dai diari e dalle lettere dei caduti
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Presentazione


















            Momenti della vita di guerra (Dai diari e dalle lettere dei caduti) fu pubblicato per la
            prima volta nel 1934, a sedici anni dai fatti d’arme di Vittorio Veneto, in un momento
            della storia nazionale in cui la Grande Guerra era al centro di una fitta rete di manife-
            stazioni, rivolte più a celebrare la vittoria conseguita che a comprendere la dura realtà
            del conflitto. Lo studio di Adolfo Omodeo, ex combattente egli stesso e decorato al
            valore, propose invece, attraverso la lettura e la pubblicazione delle pagine dei diari e
            delle lettere di militari italiani caduti, una chiave interpretativa nuova.
               L’intenzione dello storico siciliano era di offrire un punto di osservazione sul mondo
            morale e ideale dei combattenti, che superasse le tradizionali ricostruzioni imperniate sulla
            storia politica e militare: sia quella consacrata dal regime fascista, che celebrava il conflitto
            in chiave esclusivamente nazionalista, sia, al contrario, quella di una pur – allora – limita-
            ta letteratura, che narrava gli anni di guerra solo come anni di abbrutimento, sopportati
            sotto la costrizione di paure maggiori, di cui il più famoso esempio era rappresentato in
            quel momento dall’opera dello scrittore tedesco Erich Maria Remarque Niente di nuovo
            sul fronte occidentale. L’obiettivo di Omodeo, lasciando che a narrare la guerra fossero i
            diretti protagonisti, fu dunque quello di mostrare la passione che animava una parte degli
            ufficiali, in particolare quelli di complemento, e dei soldati che avevano aderito con slan-
            cio alla guerra, espressione di una molteplicità di posizioni ideali: mazziniani, monarchi-
            ci, cattolici, nazionalisti, garibaldini, irredentisti. Certo, un frammento numericamente
            piccolo in confronto all’imponente massa dei mobilitati, ma che per lo studioso siciliano
            rappresentò l’anima stessa dell’Esercito, quella che fu, con il suo ideale di Patria e d’uma-
            nità, esempio per i compagni soprattutto nei frangenti più difficili e dolorosi.
               Così, gli autori delle lettere e dei diari ricordati dallo storico siciliano, molti dei quali
            insigniti di medaglie al valor militare e ancor oggi ricordati nella toponomastica delle
            città d’Italia, vissero l’esperienza della guerra con tutte le privazioni, i lutti e le sofferenze
            che essa comporta, ma con la coscienza di una missione eccezionale, con l’orgoglio che
            il proprio sacrificio potesse essere il germoglio d’una vita nuova, più giusta per le nuove
            generazioni d’italiani e con l’aspirazione ad una confederazione europea di popoli liberi.
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