Page 9 - Momenti della vita di guerra - Dai diari e dalle lettere dei caduti
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VIII  Momenti della vita di guerra


             Lo studio di Omodeo ha avuto solo due edizioni: la prima, come detto, nel 1934
          e la seconda nel 1968, nel corso delle celebrazioni per il 50° anniversario della Prima
          Guerra Mondiale, in due momenti della storia nazionale in cui i temi affrontati, cioè
          la guerra, la Patria, il sacrificio, il senso del dovere, assunsero, per opposte motivazioni,
          forti connotazioni ideali. Proporre oggi una nuova edizione di Momenti, in un clima
          culturale più aperto al confronto, significa mettere a disposizione degli studiosi, ma
          anche di un più vasto pubblico di lettori, uno dei più bei libri sui militari italiani nella
          Prima Guerra Mondiale.
             In quest’ottica l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa, con la presenta-
          zione di Momenti della vita di guerra nel centenario del conflitto mondiale vuole dun-
          que proporre alcune straordinarie testimonianze di elevato spessore morale e spirituale,
          fornendo un contributo per una diversa lettura di uno dei momenti cruciali della storia
          patria e delle Forze Armate italiane. Un apporto che può anche contribuire al raffor-
          zamento del sentimento dell’identità nazionale che sembra, pur tra molteplici riserve,
          incamminarsi a divenire patrimonio condiviso.
             Al lettore di oggi giunge chiara da tutti i documenti raccolti l’esperienza della guerra come
          realtà durissima, sofferta, dolorosa, incompresa, imposta, tragicamente conclusa. Comprensi-
          bilmente, di questi tempi le opinioni sulla Grande Guerra si riconducono quasi sempre alla
          definizione dell’inutile strage, data allora dal Pontefice. Ma per comprendere meglio il periodo
          storico in questione, è necessario calarsi anche nello spirito e nella visuale di quanti allora, e
          non furono pochi, ritennero il conflitto come un sacrificio necessario alla grandezza del Paese,
          facendo giungere il pensiero che animava quei giovani, per i quali la guerra italiana non fu solo
          orrore, ma «che un soffio di poesia, di speranza, di giustizia, vi aveva alitato sopra».
             Costoro, in coerenza al loro pensiero, parteciparono al conflitto e ne sostennero tutte le
          terribili esperienze. La loro testimonianza, offerta a proprie spese sul campo, merita di essere
          considerata e compresa. Comprensione necessaria, fra l’altro, a conoscere i pensieri e le spe-
          ranze di una generazione che avrebbe meritato di vivere la propria gioventù in modo migliore.
             Per dirla con le stesse parole dell’Omodeo: «Chiare e oneste facce, fiorite ad altri soli,
          in una vita di pace: volti d’uomini non fatti per la guerra, ma capaci di reggerla per l’alto
          senso di umana dignità».


                                                               Col. Massimo BETTINI
                                                                  Capo Ufficio Storico*
                                                         dello Stato Maggiore della Difesa

          *  Rappresentante della Difesa per la storia militare nei consessi nazionali e internazionali. A seguito
           dell’applicazione del D.L. n. 95 del 6 luglio 2012, convertito in legge dall’art. 1 comma 1, L. del 7 agosto
           2012, n. 135, tutte le attività precedentemente svolte dalla ex Commissione Italiana di Storia Militare
           (CISM), sono transitate all’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa.
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