Page 10 - Momenti della vita di guerra - Dai diari e dalle lettere dei caduti
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Introduzione
«Ho da vario tempo iniziato uno studio sulle lettere e sui diari dei caduti: un saggio di
storia sulla vita morale della nostra guerra, da cui verranno fuori, se il materiale conti-
nuerà ad essere come quello che ho finora saggiato, tesori ignorati». Con queste parole
Adolfo Omodeo nell’ottobre del 1928 annunciava in una lettera a Giuseppe Lombardo
Radice, pedagogista, volontario nella Grande Guerra, chiamato da Enrico Caviglia alla
direzione dell’Ufficio P del X Corpo d’Armata, la stesura del primo di una raccolta di
articoli intitolata Momenti della vita di guerra (Dai diari e dalle lettere dei caduti) per la
rivista «La Critica» diretta da Benedetto Croce.
Pubblicati dal gennaio 1929 al settembre 1933, i saggi dello storico siciliano anda-
rono a costruire passo dopo passo, per cinque anni, in una sorta di cantiere in divenire,
il volume poi edito da Laterza nel 1934. Organizzato in capitoli conclusi in se stessi, il
libro raccoglieva lettere e pagine dei diari dei combattenti accompagnate dalle conside-
razioni dell’autore. Omodeo sin dall’inizio aveva ben chiara l’architettura della ricerca,
quale percorso intendeva tracciare e a quali conclusioni voleva giungere insieme al let-
tore. Il tema era già suggerito nella dedica a Vincenzo Galizzi, un caro amico scompar-
so negli anni Trenta in seguito alle ferite riportate nella battaglia della Bainsizza: quel
tremendo conflitto non era stato solo una tragedia collettiva di dimensioni fino allora
inimmaginabili, perché dai documenti raccolti «si irradia la luce spirituale, che illuminò
la nostra lontanante giovinezza, e la fede che sostenne l’Italia nella terribile prova».
Sorretto da una forte partecipazione personale, si era così impegnato in un lun-
go e appassionato lavoro d’indagine su una parte delle lettere e dei diari fino a quel
momento editi (pochi gli originali citati), di certo un piccolissimo segmento di
quell’imponente mole di corrispondenza, circa due miliardi e centocinquanta mi-
lioni di pezzi, inviata dai combattenti ai familiari dalla Zona di guerra. Scelse di
pubblicare unicamente gli scritti dei caduti, testi perciò sinceri, non contaminati da
successivi ripensamenti né appesantiti dalla retorica che spesso caratterizzava la me-
morialistica di guerra. L’analisi fu condotta soprattutto sulle pubblicazioni raccolte
da Benedetto Croce già nel corso del conflitto e sulla vastissima selezione ordinata