Page 24 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            Si può infatti ipotizzare, purtroppo senza poterne avere conferma da un preciso riscontro documentario, che l’impianto
            complessivo dei concorsi della Regina possa aver tratto ispirazione anche dai suoi suggerimenti. Piemontese, vicino agli am-
            bienti dinastico-militari della città dei Savoia con una devozione incondizionata alle istituzioni e in particolare al Re che era il solo e vero
            rappresentante della Nazione, appassionato del Risorgimento, libero docente della materia alla facoltà di Lettere e Filosofia del-
            l’Università degli Studi di Torino, De Vecchi era divenuto presidente della Società nazionale per la storia del Risorgimento
            nel 1933, nello stesso periodo in cui cominciò a prender forma il progetto del concorso. Proprio in quell’anno aveva tenuto
            una commemorazione, poi pubblicata in un breve studio, del primo centenario dell’istituzione da parte del re di Sardegna
            Carlo Alberto di “un nuovo distintivo d’onore consistente in una medaglia coniata in oro od in argento, onde premiare, se-
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            condo i casi, le azioni di segnalato valore militare” , il vero cardine su cui erano stati pensati e progettati i concorsi per la
            istituenda Galleria della Guerra e della Vittoria, tanto per gli atti di coraggio individuale quanto per quelli di carattere collettivo.

            Il giorno della festa dello Statuto, l’inaugurazione della mostra fece registrare una straordinaria affluenza di visitatori. Il critico
            d’arte Alberto Neppi parlava nel suo articolo su Il lavoro fascista di una fiumana di popolo che era transitata ammirata e sbi-
            gottita per ore nelle sfavillanti sale del Palazzo del Quirinale davanti alle immagini della guerra, ai ritratti delle Medaglie d’Oro,
            ai busti dei condottieri e concludeva: «Sappiano comunque i nostri lettori che nessuna mostra d’arte contemporanea ha
            potuto mai assumere come l’odierna, una così complessa diversità di aspetti e di temperamenti espressivi, una così sollecitante
            ricchezza di motivi vissuti, di atmosfere sublimatrici, di questioni estetiche proposte alla valutazione del pubblico d’ogni ca-
            tegoria, esperienza e mentalità». Sbalordito si dichiarava anche il giornalista de L’illustrazione italiana Giovanni Biadene per
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            il numero di bozzetti, di gessi, di disegni, di incisioni riuniti a Palazzo Reale a poco più di tre mesi dal bando dei concorsi
            che stavano a sottolineare la sorprendente popolarità che nel mondo dell’arte era stata raggiunta dall’iniziativa della Regina.
            Il cronista non riusciva tuttavia a dissimulare una certa perplessità sulla qualità dei lavori presentati: «Gran parte delle opere
            di pittura sono espresse in forma popolare, in conformità a una delle principali direttive del concorso, ma hanno il carattere
            più illustrativo che artistico propriamente detto e risentono dell’imperizia dei loro autori: altre hanno la semplice ingenuità
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            degli ex voto». Moltissimi i familiari dei combattenti, dei caduti e dei decorati che affollarono in quei giorni le sale della
            Reggia, tra loro anche Margherita Sarfatti, la critica d’arte molto stimata e apprezzata dalla regina Elena con la quale aveva
            un sincero rapporto amicale, madre della Medaglia d’Oro Roberto Sarfatti, il più giovane decorato della Grande Guerra. La
            fondatrice del gruppo Novecento italiano, di ritorno da un viaggio negli Stati Uniti, espresse un sincero apprezzamento per
            l’idea volta a celebrare i prodi combattenti della guerra. La sovrana rispose per il tramite della dama di Corte Augusta Guic-
            ciardini che in una breve lettera di ringraziamento confermava l’impegno e l’attenzione della Regina per la realizzazione del
            progetto: «Gentilissima signora Sarfatti, sua Maestà la Regina ha preso cognizione della sua lettera del 18 corrente e mi affida
            l’incarico di ringraziarla sentitamente per le benevole espressioni in merito alla Mostra dei Bozzetti cui la sovrana ha dedicato
            così amorevolmente tanta parte della sua attività. Un giudizio tanto competente è stato da essa di soddisfazione, e molto
            gradito. Quando l’Augusta sovrana potrà vederla sarà molto lieta di ascoltare dalla sua viva voce quanto ha di interessante
            da comunicare e che ha visto durante il suo viaggio in America». 47











            44  Regio viglietto col quale sua maestà instituisce un nuovo distintivo d’onore consistente in una medaglia coniata in oro od in argento, onde premiare, secondo
            i casi, le azioni di segnalato valore militare, Torino, Giuseppe Fodratti, 1833. La ricorrenza era stata ricordata anche dall’Ufficio Storico dello
            Stato Maggiore del ministero della Guerra con la pubblicazione del volume Nel primo centenario della istituzione delle medaglie al valore. Un
            ampio studio a più voci che ripercorreva la storia della ricompensa al valore dall’antica Roma al fascismo.
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              A. NEPPI, Le opere d’arte celebranti la Guerra e la Vittoria esposte alla Reggia, in «Il lavoro fascista», 3 giugno 1934, p. 3; Istituto Luce Cinecittà,
            https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000013789/2/mostra-arte-sulla-guerra-al-quirinale.html
            https://www.youtube.com/watch?list=RDCMUCK5nqdvIHtjGEsCSR_eN4fQ&v=z8xDNtUMdq0&feature=emb_rel_end
            46  G. BIADENE, I concorsi della Regina. L’esposizione dei bozzetti al Quirinale, in «L’illustrazione italiana», 10 giugno 1934, p. 875.
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              Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (MART), Lettera di Augusta Guicciardini, 26 giugno 1934, Archivio del ’900, Fondo
            Sarfatti.
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