Page 253 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            BEPPE ASSENZA (MODICA, RAGUSA, 1905 – DORNACH, BASILEA, 1985)

            Nato in una famiglia di artigiani-artisti, a diciotto anni lasciò la città natale, dove aveva dato già prova, fin da bambino, delle
            proprie capacità in dipinti di soggetto mitologico e in affreschi, per trasferirsi a Milano. Qui, dopo un soggiorno di studio di tre
            anni, completata la sua formazione, nel 1925 tenne la prima mostra personale alla Galleria Borgonuovo. Tornato in Sicilia, aprì
            a Siracusa una bottega d’arte e, in un ambiente vivace e stimolante, ebbe modo di entrare in contatto con i più significativi in-
            tellettuali siciliani, tra i quali Salvatore Quasimodo, Vitaliano Brancati e Elio Vittorini. In questo periodo, agli inizi degli anni
            Trenta realizzò alcuni affreschi per il Palazzo della Prefettura e per quello della Dogana di Siracusa riprendendo i temi delle sue
            prime opere. Illustrò libri di poesia, e si cimentò nella xilografia collaborando con riviste di scienza e di arte. Sempre alla ricerca
            di nuovi impulsi per la sua arte, subito dopo la partecipazione alla selezione per la Galleria della Guerra e della Vittoria e alla
            Biennale di Venezia nel 1936 si recò in Francia e in Germania, e, alla fine degli anni Trenta, si allontanò dallo stile figurativo con
            cui aveva creato forti immagini espressive come quella presentata al concorso della Regina Elena. Si dedicò successivamente a
            una tecnica pittorica basata essenzialmente sull’indicazione “dipingere estraendo dal colore”, metodo di cui divenne un cono-
            sciuto e apprezzato esponente, realizzando anche dipinti monocromatici. Dal 1925 al 1985, anno della sua morte, Assenza pre-
            sentò la sua produzione artistica in quarantaquattro mostre in una ventina di città europee.


            VALENTE ASSENZA (POZZALLO, RAGUSA 1914 – ROMA, 1998)
            Fratello minore di Beppe, sin da giovane si dedicò con passione alla pittura. A diciotto anni si trasferì a Roma dove frequentò
            l’Accademia di Belle Arti e l’Accademia di Francia. La sua prima personale fu nel 1933 al Circolo della Stampa Estera. L’anno
            successivo, con l’aiuto di Margherita Sarfatti, allestì una mostra di dipinti a Palazzo Torlonia, dove la sua produzione artistica
            fu molto apprezzata dalla Regina Elena che acquistò tutte le sue opere. Prese parte alla guerra di Abissinia durante la quale
            seguitò a dipingere e disegnare, e, dopo un breve soggiorno a Genova, tornò nel 1940 nella Capitale dove continuò il suo
            intenso lavoro artistico. Nel dopoguerra rientrato in Sicilia, ebbe modo di conoscere Antonello Trombatori e Renato Guttuso.
            In questo periodo Valente Assenza si dedicò prevalentemente al restauro e a opere di argomento religioso. Negli anni Sessanta
            realizzò per il Teatro Greco di Siracusa e per l’Istituto nazionale del Dramma Antico bozzetti di scenografie e manifesti.
            Trasferitosi definitivamente a Roma divenne docente di Disegno all’Istituto d’Arte e nella Capitale concluse i suoi giorni.

            ARMANDO BALDINELLI (ANCONA, 1908 – JOHANNESBURG, 2001)

            Stabilitosi a Roma frequentò l’Accademia di Belle Arti dove ottenne il titolo di maestro di pittura. Molto intensa la sua par-
            tecipazione alla vita artistica nazionale negli anni Trenta: oltre al concorso “La Guerra e la Vittoria”, a partire dal 1934 par-
            tecipò per sei edizioni alla Biennale di Venezia. Nel 1938 realizzò un affresco che fu collocato nell’Accademia Navale della
            città lagunare. Combatté durante la Seconda guerra mondiale sul fronte russo e nel 1953 emigrò in Sud Africa. Qui realizzò
            numerosi mosaici destinati a edifici pubblici tra i quali l’International Airport di Johannesburg, il Transvaal Provincial Am-
            ministration Building di Pretoria e la Military Accademy istituita alla metà degli anni Cinquanta a Saldahana Bay. Realizzò
            anche mosaici e vetrate per numerose chiese di importanti centri urbani sudafricani.


            PIETRO BARILLÀ (TAURIANOVA, REGGIO CALABRIA, 1887 – NAPOLI, 1959)
            Completati gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma, si stabilì a Napoli dove divenne docente di decorazione e di ceramica
            all’Istituto d’Arte Filippo Palizzi della città. Dal 1930 al 1942 espose alla Biennale di Venezia, prediligendo dipinti di figure
            con toni intimisti; come decoratore eseguì gli affreschi della Stazione marittima del capoluogo campano. Nel 1931 espose
            alla Settimana Italiana in Atene. In occasione dell’Esposizione Universale che si sarebbe dovuta tenere a Roma nel 1942 fu
            incaricato dell’esecuzione di un pannello per il Salone d’Onore del Museo delle Arti e delle Tradizioni popolari. Le ultime
            sue opere furono presentate nel 1953 nella Capitale alla mostra “L’arte nella vita del mezzogiorno d’Italia”.
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