Page 256 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            GIULIA CASTIGLIONI (MILANO, 1889 – IVI ,1969)
            Scelse il paesaggio e i ritratti come temi dei suoi lavori, avendo come riferimento le opere dei pittori Cesare Tallone e Antonio
            Mancini. Sin da giovanissima fu molto attiva e prese parte, nel 1917, all’esposizione d’Arte organizzata dall’Accademia di
            Brera e dalla Società per le Belle Arti. La sua prima personale fu nel 1920 alla Galleria Vinciana del capoluogo lombardo; tre
            anni dopo partecipò alla Biennale di Brera e in seguito presentò i suoi lavori in molte delle principali esposizioni artistiche
            del periodo. Fu presente alla I Mostra del Sindacato Fascista di Belle Arti a Firenze nella primavera del 1933, poi alla XX
            Biennale di Venezia del 1936, alla Quadriennale di Torino, esponendo anche nell’Esposizione internazionale di Parigi del
            1937 “Arts e Techniques dans la Vie moderne”.


            FRANCESCO CHIAPPELLI (PISTOIA, 1890 – FIRENZE, 1947)
            Si diplomò nel 1906 al Liceo classico Niccolò Forteguerri della sua città natale e poi nel 1913 all’Istituto di Belle Arti di Firenze; nel ca-
            poluogo toscano si perfezionò nella tecnica dell’incisione nella Scuola di Acquaforte. Dopo la partecipazione alla Grande Guerra
            come aviere, riprese negli anni Venti la sua attività artistica e prese parte nel 1922 e nel 1924 alla Biennale di Venezia. Durante un
            breve soggiorno nell’isola di Rodi realizzò dipinti, disegni e incisioni che furono in parte presentate nel 1931 alla I Mostra d’Arte
            Coloniale a Roma. Negli anni Quaranta tornò a esporre alla Biennale di Venezia e raggiunse una certa notorietà anche come pittore
            di paesaggi, nature morte e figure, ma la sua precipua attività rimase l’incisione. La Print Maker’s Society di Los Angeles lo elesse
            tra i migliori cento acquafortisti del mondo; le sue acqueforti furono acquistate da prestigiose istituzioni culturali: il British Museum
            e la National Gallery di Londra, il Gabinetto delle Stampe di Roma, il Prado di Madrid, la Galleria degli Uffizi di Firenze.

            GIULIO CISARI (COMO, 1892 – MILANO, 1979)

            Nacque in una famiglia di artisti e, trasferitosi a Milano, completò gli studi nel capoluogo lombardo, laureandosi in Architettura.
            Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera sotto la direzione di Cesare Tallone, Giuseppe Mentessi e Ludovico Pogliaghi, si
            perfezionò nella tecnica dell’incisione. Prese parte alla guerra come volontario nel Corpo dei bersaglieri e, terminato il conflitto,
            nel 1922 partecipò alla Biennale di Venezia dove si aggiudicò il primo posto nel concorso bandito per il manifesto ufficiale del-
            l’esposizione. Sempre negli anni Venti per i tipi di Hoepli fu pubblicato il suo volume teorico-pratico La xilografia e successiva-
            mente, fino agli anni Quaranta, collaborò con le più importanti case editrici nazionali tra le quali Mondadori, Barbera, Hoepli,
            Ceschina, Treves, Ricordi. Dal 1931 lavorò spesso all’estero: in Olanda, in Inghilterra, in Francia e in Egitto. Nel 1933 riprese il
            tema della Prima guerra mondiale illustrando con una serie di xilografie il volume di Leo Pollini La madonna delle nevi pubblicato
            dalla Casa Editrice Ceschina. Molto intensa la sua attività artistica negli anni Trenta: fu presente a tutte le Biennali di Venezia,
            espose a tre Quadriennali di Roma e all’Olimpiade di Berlino del 1936. Prese parte alla Seconda guerra mondiale con il grado
            di capitano e nel dopoguerra proseguì nella sua attività di illustratore realizzando una grande quantità di incisioni.

            SANDRO CIUFFARELLA (FERENTINO, FROSINONE, 1909 – ROMA, SECONDA METÀ DEL NOVECENTO)

            Nessuna notizia sulla sua produzione artistica prima del concorso “La Guerra e la Vittoria” dove fu premiato per il bronzo della
            Medaglia d’Oro Antonio Milani. Nel dopoguerra partecipò, nel 1952, alla VI e nel 1956 alla VII Quadriennale Nazionale d’Arte di
            Roma che si tennero, dopo la parentesi del 1948, nel Palazzo delle Esposizioni in via Nazionale, sede storica della manifestazione.


            FRANCESCO COCCIA (PALESTRINA, ROMA, 1902 – CRANS MONTANA, SVIZZERA, 1981)

            Studiò all’Accademia di Belle Arti della Capitale e successivamente frequentò lo studio di Villa Strohl Fern dove si ritro-
            vavano gli artisti della “scuola romana”. Nel 1936 eseguì nel quartiere Pinciano la Fontana della Maternità, un imponente
            altorilievo incastonato in un palazzo di via Antonelli progettato da Alfredo Morpurgo. Il suo stile, prevalentemente bidi-
            mensionale, favorì la collaborazione con importanti architetti del momento: sua fu la realizzazione dei fregi della sede
            della Manifattura Tabacchi di Firenze progettata da Pier Luigi Nervi alla metà degli anni Trenta, della decorazione per la
            Casa del Fascio di Messina e della sede dell’INPS di Mantova. Nel 1940 realizzò i Trofei per Piazza Augusto Imperatore
            a Roma. Prese parte nel 1941 alla grande mostra organizzata a Milano nel Palazzo dell’Arte dal Sindacato Nazionale Fa-
            scista Belle Arti cui parteciparono oltre novecento artisti italiani. Nel dopoguerra, a Roma, eseguì il gruppo scultoreo del
            Mausoleo delle Fosse Ardeatine.
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