Page 261 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            FRANCO GIRELLI (VERONA, 1903 – IVI, 1977)
            Figlio dell’affermato scultore Egidio, studiò sotto la sua guida all’Accademia Gian Bettino Cignaroli della sua città natale. Di-
            plomato, divenne assistente del padre cui poi subentrò nell’insegnamento. Nel 1927 la sua prima partecipazione a un’espo-
            sizione in occasione della XL Rassegna Nazionale della Società di Belle Arti di Verona. Nel 1928 realizzò nel Comune di
            Trevenzuolo il Monumento ai caduti della Grande Guerra e due anni dopo esordì alla Biennale di Venezia con un bronzo
            di una testa femminile. Nel 1931 partecipò alla I Quadriennale di Roma e da quel momento fu sempre presente alle successive
            edizioni della rassegna. Sempre in quell’anno, ormai artista apprezzato e conosciuto, partecipò con due opere in terracotta
            alla I Mostra del Sindacato Fascista di Belle Arti a Firenze, un evento di grande risonanza nazionale. Nel 1938 espose alla
            Biennale di Venezia due bassorilievi di carattere celebrativo, La civiltà in Etiopia dell’Italia fascista e La conquista dell’Impero. Suc-
            cessivamente si dedicò prevalentemente allo studio della figura umana ritraendo disparati soggetti sia in marmo sia in bronzo.
            Nel secondo dopoguerra tornò all’insegnamento nell’Accademia dove aveva studiato, lavorando prevalentemente in Veneto.


            ATTILIO GIULIANI (ROMA, 1899 – MILAZZO, 1975)
            Trascorse ad Ancona i suoi anni giovanili e nella città marchigiana frequentò il Regio Istituto Tecnico Navale. Dal padre Ro-
            molo, scultore e decoratore, apprese i primi rudimenti del disegno e della tecnica di incisione sul legno. Terminati gli studi,
            entrò come allievo alla Regia Accademia Navale di Livorno e come sommergibilista prese parte alla Prima guerra mondiale.
            Dopo il conflitto si stabilì a Milano, frequentò gli ambienti artistici e giornalistici del capoluogo lombardo dedicandosi sempre
            più alla xilografia e collaborando anche a varie riviste di cultura. Laureatosi in ingegneria nel 1924, andò a Gubbio per dirigere
            la fabbrica di maioliche “Mastro Giorgio”. Trasferitosi poi a Roma, fondò la Scuola romana di xilografia presso la “Scuola
            preparatoria di arti ornamentali”. Gli anni Trenta furono un periodo particolarmente intenso per l’attività di Giuliani: nel
            1931 realizzò per l’Istituto Luce il documentario L’arte della xilografia in Italia e nel 1935 collaborò al volume The Universities
            of  Italy, edito dall’Istituto Grafico di Bergamo, con quattordici sue opere. Nel 1937 divenne assistente della cattedra di Tec-
            niche dell’incisione all’Accademia di Belle Arti di Roma, tenuta allora da Umberto Prencipe, un artista molto stimato membro
            del Gruppo Romano Incisori Artisti. Sempre in quegli anni il suo nome figurò nelle più importanti manifestazioni in Italia
            e all’estero: Mostra dell’incisione italiana moderna a Riga nel 1935, a Bucarest nel 1937 e a Santiago del Cile nel 1939. Durante
            la Seconda guerra mondiale, come tenente del genio navale,  partecipò a missioni sui sommergibili da cui prese spunto per
            creare opere ispirate alla vita militare, esposte poi nel 1942 alla Permanente di Milano. Dopo il conflitto si dedicò all’inse-
            gnamento e alla produzione di ex libris dirigendo fino al 1969 la Scuola romana di xilografia. Nel corso di questi anni ricevette
            nel 1961 dal presidente della Repubblica Giovanni Gronchi la Medaglia d’Oro riservata ai benemeriti della scuola, della
            cultura e dell’arte.


            LIONELLO GRAZI (SERMIDE, MANTOVA, 1894 – ROMA, 1973)
            Trasferitosi da giovane nella Capitale, si dedicò inizialmente a ritrarre la campagna romana con uno stile di tono ottocentesco.
            Dopo aver fatto importanti interventi decorativi in edifici privati e religiosi nei dintorni di Roma, divenuto allievo di Aristide
            Sartorio dal maestro mutuò anche l’attenzione per gli eventi della Grande Guerra che lo spinsero a partecipare al concorso
            “La Guerra e la Vittoria”. Nel corso del Secondo conflitto mondiale portò a compimento la decorazione della chiesa di San
            Giovanni a Campagnano di Roma e la cappella Sili a Ussita nei Monti Sibillini, dove sono conservate due tele dipinte nel
            1942 raffiguranti il Crocifisso e la Madonna addolorata. Nel dopoguerra espose in numerose occasioni in gallerie pubbliche
            e private ed ebbe un importante riconoscimento nel 1957 con il Premio Enrico Toti promosso dalla federazione romana
            dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci per il suo dipinto La battaglia di Milazzo del 201 a. C..

            GIUSEPPE GRAZIOSI (SAVIGNANO SUL PANARO, MODENA, 1879 – ROMA, 1942)

            Si diplomò nel 1898 al Regio Istituto di Belle Arti di Modena e nello stesso anno partecipò all’Esposizione Nazionale di
            Torino con un gesso. Iscrittosi all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1898, frequentò il corso di scultura e quello di in-
            cisione; parallelamente si dedicò con impegno alla pittura. Prese parte nel capoluogo toscano a tutte le manifestazioni di
            avanguardia dei primi anni del Novecento e aderì al gruppo di artisti raccolti da Plinio Lomellini nel cenacolo della Giovane
            Etruria. In questo periodo eseguì opere sia pittoriche sia incisorie di grandi dimensioni che furono esposte alla Biennale di
            Venezia nel 1909, 1912 e 1914. Allo scoppio della guerra fu richiamato come disegnatore del 2° Reggimento del genio di
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