Page 259 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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BIOGRAFIE ARTISTI 257
ERCOLE DREI (FAENZA, RAVENNA, 1886 – ROMA, 1973)
Iniziò lo studio del disegno e della pittura sotto la guida di Antonio Berti nella Scuola Arti e Mestieri Tommaso Minardi
della sua città e nel 1905, grazie a una borsa di studio del Comune di Faenza, prese a frequentare l’Accademia di Belle
Arti di Firenze dove ebbe come maestri lo scultore Augusto Rivolta e il pittore Giovanni Fattori. Nel 1912 partecipò alla
sua prima Biennale veneziana e l’anno successivo vinse con una sua opera scultorea il concorso per il Pensionato Nazionale
Artisti per l’Accademia di Belle Arti di Roma. Si stabilì così nella Capitale che non abbandonò più, eleggendo come suo
domicilio un appartamento nella Villa Strohl Fern, allora cenacolo degli artisti romani. Congedato alla fine della Grande
Guerra, riprese un’intensa attività artistica privilegiando l’esecuzione di sculture monumentali. Realizzò il monumento a
Nazario Sauro nella città di Ravenna, a Porto Corsini, e la statua L’insurrezione per il Vittoriano. Molte le commissioni pub-
bliche per le sculture commemorative dei caduti della guerra nelle città della sua regione natale, ma a questa produzione
solenne affiancò anche opere di carattere più intimo destinate alla Biennale di Venezia e alle esposizioni in Italia e all’estero.
Ormai artista affermato fu nominato, per chiara fama, nel 1927 professore di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Bo-
logna, cattedra che conservò fino al 1957. Nella Certosa di Bologna portò a termine due importanti interventi: uno nel
1932 per il monumento ai caduti fascisti e l’altro, l’anno successivo, per l’ossario della Grande Guerra. Anche a Roma
ebbe numerosi incarichi: realizzò la statua bronzea di Alfredo Oriani per il Colle Oppio, alcuni bassorilievi per il ponte
Duca d’Aosta e per l’Esposizione Universale di Roma E42. Nel dopoguerra fu, dal 1954 al 1967, direttore dell’Accademia
Clementina di Bologna.
ESTHER EPIFANI (L’AQUILA, 1906 – ROMA, 1968)
Frequentò l’Accademia di Belle Arti della Capitale e fu inizialmente attratta dall’arte del mosaico. Negli anni Trenta si affermò
come pittrice di paesaggi e nel 1932 espose una sua opera alla III Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista di Belle
Arti del Lazio. L’anno successivo a Firenze prese parte alla prima rassegna nazionale organizzata dal Sindacato Fascista di
Belle Arti, un evento di rilievo nazionale cui presero parte quasi mille artisti. Nel 1939 partecipò alla Quadriennale di Roma
dove espose dipinti raffiguranti diverse vedute di Roma, con le quali documentò anche le demolizioni del rione Augusteo e
dei Borghi iniziate nel 1936 per la realizzazione di via della Conciliazione. Nello stesso anno partecipò alla prima edizione
del Premio Bergamo dove si tenne la Mostra del paesaggio italiano. Il dipinto della Medaglia d’Oro Emilio Bocchieri con cui
Esther Epifani vinse il concorso “La Guerra e la Vittoria” è l’unica sua opera di argomento bellico, ma anche in questo
quadro la raffigurazione del paesaggio è predominante.
EDOARDO FERRETTI
Poche notizie su questo artista formatosi con ogni probabilità nell’ambiente culturale della Capitale, la cui opera più impor-
tante fu proprio il dipinto della Medaglia d’Oro Giulio Zanon acquistato direttamente dalla Regina Elena per la Galleria
della Guerra e della Vittoria. Precedentemente aveva partecipato alla LXXXVIII e alla XC esposizione della Società degli
Amatori e Cultori di Belle Arti tenutasi a Roma rispettivamente nel 1919 e nel 1922.
SALVATORE FIUME (COMISO, RAGUSA, 1915 – MILANO, 1997)
A sedici anni vinse una borsa di studio per l’Istituto di Belle Arti per l’Illustrazione e la Decorazione del Libro di Urbino
dove fu introdotto alle tecniche dell’incisione e della stampa. Nel 1935 conquistò a Roma il secondo posto ai Littoriali
dell’Arte e della Cultura riservati a i giovani. L’anno successivo si stabilì a Milano dove entrò in contatto con Salvatore Qua-
simodo e Dino Buzzati; nel capoluogo lombardo collaborò a La Lettura il mensile del Corriere della Sera. Nel 1938 andò a
Ivrea chiamato da Adriano Olivetti come art director della rivista culturale Organizzazione e Tecnica. Nel 1946, tornato a Milano,
presentò a Raffaele Carrieri e a Alberto Savinio una serie di suoi disegni che furono molto apprezzati e così nel 1949 tenne
nel capoluogo lombardo la sua prima esposizione personale alla Galleria Borromini, un evento questo che segnò una svolta
nella vita artistica dell’artista. Una sua opera fu acquistata dal Museum of Modern Art di New York. Nel 1950 realizzò, per
il transatlantico Andrea Doria, La leggenda d’Italia, un’opera di 48 metri per 3 che gli valse una grande notorietà in Italia e al-
l’estero; negli anni Sessanta Fiume collaborò con il Teatro Alla Scala di Milano, con il Teatro dell’Opera di Roma, con il
Covent Garden di Londra e con il Teatro Massimo di Palermo come scenografo. Negli anni Ottanta Fiume si dedicò anche
alla progettazione architettonica: molti suoi disegni furono esposti nel 1991 alla Triennale di Milano.