Page 255 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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BIOGRAFIE ARTISTI 253
GIULIO BOETTO (TORINO, 1894 – IVI, 1967)
Formatosi all’Accademia Albertina del capoluogo piemontese, esordì durante la Grande Guerra con caricature pubblicate
su giornali umoristici e satirici. Successivamente, nel 1919 espose alla Quadriennale di Torino segnalandosi come uno dei
pittori più interessanti del movimento artistico di inizio Novecento. Dal 1922, apprezzato come paesaggista, prese parte a
diverse edizioni della Biennale di Venezia; nel 1924 partecipò alla Mostra del Ritratto Femminile Contemporaneo tenuta alla
Villa Reale di Monza e nel 1933 alla I Mostra del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti e Firenze. Presentò poi le sue
opere anche a Milano in occasione della III Mostra del Sindacato Fascista Belle Arti tenutasi nell’estate del 1941 al Palazzo
dell’Arte. Negli ultimi anni della sua vita Giulio Boetto espose anche a Londra e a Barcellona.
REMO BRANCA (Roma, 1897 – Ivi, 1988)
A pochi mesi dalla nascita perse il padre e la famiglia – di origine sarda – decise di tornare a Sassari. Sin dal liceo si interessò
alla tecnica xilografica anche attraverso la lettura de L’Eroica la rivista di letteratura e arte fondata nel 1911 da Ettore Cozzani.
La sua attività artistica rimase confinata per i primi anni all’ambito regionale fino al 1926, quando partecipò alla mostra pro-
mossa a Roma dalla Società Amatori e Cultori di Belle Arti. L’anno successivo espose, insieme a Mario Delitala, alcune sue
opere alla mostra internazionale del Libro a Lipsia. Dagli anni Trenta riprese a lavorare quasi esclusivamente in Sardegna,
fino al 1941, quando fu chiamato dal Ministero dell’Educazione nazionale a Roma per partecipare alla formazione educativa
della Gioventù italiana del Littorio. Dimessosi presto da questo incarico per contrasti con Vittorio Mussolini, fu nominato
assistente alla cattedra di Storia dell’Arte dell’Università La Sapienza. Nel secondo dopoguerra continuò a dedicarsi all’inci-
sione sino alla morte.
ANTONINO CALCAGNODORO (RIETI, 1876 – ROMA, 1935)
Figlio di Cesare, un apprezzato pittore e decoratore, fin dalle elementari affiancò il padre nel lavoro. A sedici anni, ottenuta
una borsa di studio, si stabilì a Roma dove si perfezionò nella decorazione e nella pittura frequentando l’Accademia di Belle
Arti. Ebbe a Bergamo, nel 1898, il suo primo riconoscimento al Concorso Donizettiano dove la sua opera Le ultime ore di
Donizetti fu premiata con la Medaglia d’Argento. Nel 1911, in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario dell’Unità
nazionale, decorò il padiglione ligure della sezione Etnografica allestita nella Piazza d’Armi (oggi piazza Mazzini). Nel primo
dopoguerra fu nominato insegnante nella Scuola Preparatoria alle Arti Ornamentali della Capitale. Tra i suoi allievi anche
Mario Mafai, che divenne poi un esponente di spicco tra i pittori della “Scuola romana”. La decorazione del Salone dei
Ministri nel Palazzo del Ministero della Pubblica istruzione a Trastevere fu una delle sue ultime opere insieme al dipinto
della Medaglia d’Oro Elia Rossi Passavanti selezionato per la Galleria “La Guerra e la Vittoria”.
CORIOLANO CAMPITELLI (JESI, 1903 – ROMA, 1969)
Coriolano fu subito affascinato dall’attività del suo zio paterno Amedeo, pittore, decoratore e restauratore. Nel 1917, giovanissimo
non ancora quattordicenne, modellò in cemento un elemento decorativo per la facciata dell’acquedotto della sua città. Negli anni
Venti realizzò a Jesi la decorazione della facciata della Filanda Talamone Lecchi. Nel 1935 partecipò al concorso bandito dal Co-
mune di Pausula, poi Corridonia in provincia di Macerata, per il monumento al sindacalista Filippo Corridoni, l’eroe della Trincea
delle Frasche, senza però risultare vincitore. Scultore novecentista, eseguì numerose opere, tra le quali, a Roma, la statua del cal-
ciatore che orna, insieme ad altre, la piscina del Centro sportivo delle Scuole centrali per i Vigili del Fuoco.
ENRICO CASTELLI (ROMA, 1909 – IVI, 1980)
Artista romano formatosi nell’ambiente culturale della Capitale. Si confermò un apprezzato interprete della scultura nazionale
degli anni Trenta con il bronzo di Giorgio Tognoni per il concorso “La Guerra e la Vittoria” e con il premio ottenuto nel
1937 in occasione della VII Mostra del Sindacato fascista Belle Arti tenuta a Roma ai Mercati di Traiano. Nel dopoguerra
fondò nella Capitale una stamperia d’arte che divenne un punto di riferimento per un importante gruppo di artisti contem-
poranei tra i quali Renato Guttuso, Franco Gentilini, Mino Maccari, Domenico Cantatore, Mimmo Rotella e Alberto Burri.
Proprio in relazione a queste nuove frequentazioni, Castelli si dedicò fino ai primi anni Settanta del Novecento a una pro-
duzione di opere artistiche su carta.