Page 85 - Repertorio degli Ufficiali dei Carabinieri Reali 1814-1871
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            sottufficiali e agli ufficiali dell’Esercito. Così le diverse provenienze geografiche
            e professionali, anziché costituire un fattore di criticità, assunsero una plusvalenza
            che consentì di creare l’amalgama occorrente per l’effettivo successo dei Carabi-
            nieri soprattutto nel contrasto alla criminalità.
               In effetti, proprio l’allargamento delle competenze a tutto il territorio nazionale
            e la fusione delle differenti forze dell’ordine a statuto militare, già provvisoriamen-
            te costituite sulla falsariga dei Carabinieri e di parte di quelle degli Stati preunitari,
            rese possibile la trasformazione da Corpo a Arma. Le Stazioni, presenti anche nei
            centri più piccoli e spesso difficilmente raggiungibili, seppero far fronte alle più
            diverse esigenze per natura ed entità, dagli interventi di pubblica sicurezza a quelli
            per calamità naturali o di contrasto a fenomeni di particolare gravità come il bri-
            gantaggio.
               Qualche considerazione, ancora, deve essere espressa a proposito dei riconosci-
            menti tributati ai personaggi che compaiono nei ruoli. L’evidente gradualità degli
            onori tributati non può essere messa in relazione esclusivamente con la provenien-
            za sociale di alcuni ufficiali, poiché si può constatare chiaramente che anche coloro
            i quali provenivano dalla base ricevettero attestazioni importanti come l’Ordine
            Militare di Savoia, la croce di cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro, il titolo di
            Aiutante di Campo del sovrano o la promozione a ufficiale generale con il transito
            in altri incarichi o, ancora, l’autorizzazione a vestire i gradi superiori all’atto del
            congedo. Va precisato che nessuno di tali titoli costituiva un diritto, ma emerge
            piuttosto come un’evidente attestazione delle capacità di tanti militari conferita
            spesso a carabinieri e a sottufficiali che consentiva loro di poter progredire anche
            più velocemente nella carriera, sino a diventare ufficiali. Altri conferimenti asse-
            gnati ad ufficiali segnalarono le non comuni capacità o i meriti acquisiti in partico-
            lari contingenze di servizio ora d’istituto ora di guerra.
               Un altro aspetto particolarmente interessante è costituito dalla flessibilità per le
            carriere sia in entrata sia in uscita: il rigore e la difficoltà delle funzioni assegnate
            ai Carabinieri dovevano far leva evidentemente su non comuni doti di fondo e at-
            titudini ben specifiche. Ciò trova riscontro evidente nella necessaria attenzione al
            transito degli ufficiali nell’Arma; tuttavia, è interessante considerare anche l’uscita
            da questi. Generalmente, dopo alcuni decenni di servizio si arrivava al giusto ri-
            poso. Inoltre, anche se non erano rari i casi di decesso per cause naturali collegati
            alle condizioni climatiche, sanitarie o di salute, un aspetto molto interessante è dato
            dalla possibilità di transitare in altri organismi, generalmente nell’Esercito, sia pure
            con incarichi che tenevano conto dell’avanzare dell’età e delle fatiche sostenute
            con l’uniforme da ufficiale dei Carabinieri.
               Un’ulteriore questione di rilievo riguarda la provenienza geografica e di pre-
            gresso servizio sotto le armi degli ufficiali nel Regno d’Italia. Così, accanto a mi-
            litari delle “antiche province” del Regno di Sardegna, si possono trovare ufficiali
            lombardi, veneti, napoletani, calabresi o siciliani. Inoltre, è da rilevare che, nel
            periodo 1859-1861, si apprezzano le differenze e le analogie nei percorsi di carriera
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