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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
La pattuglia “T”, divisa in uno scaglione d’attacco, con Clayton e d’Ornano,
e uno di copertura, rinforzato dal resto del distaccamento francese, aveva il
compito di distruggere le installazioni del campo d’aviazione al limitare dell’oasi,
mentre la pattuglia “G” doveva penetrare all’interno e tenere impegnata la
guarnigione del forte. Arrivati in prossimità dell’abitato verso le 13, nell’ora
del massimo calore, i veicoli del LRDG furono scambiati per mezzi italiani e,
dopo aver catturato l’ufficiale postale Giuseppe Colicchia per servirsene come
guida attraverso il villaggio e il palmeto, gli uomini di Clayton piombarono di
sorpresa sui loro obiettivi. La pattuglia “G” mise subito in azione il suo cannone
da 37 mm e due mortai da 2 pollici, sbrecciando in più punti le mura del forte e
danneggiandone il blocco centrale, ma la guarnigione, superato lo sbandamento
iniziale, sotto il comando del tenente Luigi Cianferrana cominciò ben presto a
rispondere al fuoco. La pattuglia “T” era intanto arrivata al campo d’aviazione
dove, mentre si avvicinava all’hangar, l’automezzo di Clayton fu investito
da raffiche di mitragliatrice che ferirono a morte d’Ornano. L’arma fu subito
ridotta al silenzio e, soffocato questo isolato focolaio di resistenza, i neozelandesi
diedero alle fiamme l’hangar, in cui erano ricoverati i 3 Ghibli, e la stazione radio,
facendo saltare l’armeria dopo averne prelevato alcune mitragliatrici Lewis. Se
si considera che alla data dell’11 gennaio 1941 il Comando Aviazione Sahariana
disponeva in tutto di 8 Ca.309, dei quali 3 a Ghat, 1 a Sebha, 1 a Hon e 3 a
Murzuch, la distruzione di 3 velivoli ne menomava significativamente le capacità
operative.
Dopo circa due ore dall’inizio del combattimento le due pattuglie del LRDG
si disimpegnarono raccogliendosi in un palmeto una quindicina di chilometri
più a nord, dove trascorsero la notte e seppellirono i loro caduti. Le perdite
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degli attaccanti ammontavano a 2 morti e 3 feriti, quelle dei difensori a 11 morti
e 10 feriti, oltre ai 2 prigionieri che gli uomini del LRDG avevano portato con
loro lasciandone liberi altri 25, italiani e libici, catturati all’aeroporto. Tra i morti
c’era il comandante del presidio, capitano Giulio Giua, ucciso con la moglie e i
due figli quando la sua vettura, nell’affacciarsi sulla pista principale al rientro da
un giro di ispezione ai lavori in corso al villaggio, era stata centrata dai colpi del
cannoncino da 37 mm e delle mitragliatrici della pattuglia “G”. 15
14 Le tombe del tenente colonnello Colonna d’Ornano e del sergente C.D. Hewson del
LRDG furono trovate e identificate dagli italiani il 22 gennaio (SUPERCOMANDO A.S.I.,
telegramma 01/1066/Op del 24 gennaio 1941, AUSSME, Rep. I-4, b. 16, f. 1, Avvenimenti
nel Sahara Libico)
15 D. CORBONNOIS, L’odyssée de la Colonne Leclerc op. cit., p. 40. Oltre al capitano Giua e alla sua
famiglia, nell’elenco dei caduti della guarnigione figuravano un soldato italiano e cinque libici,
uccisi con l’arma in pugno al loro posto di combattimento, e il sergente maggiore meccanico
della Regia Aeronautica Giovanni Fenocchio, il cui corpo fu trovato in prossimità del campo
d’aviazione. Per le ferite riportate morì invece poco dopo in infermeria uno degli abitanti
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