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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
Sfilamento di una batteria libica di artiglieria someggiata armata con 4 cannoni da 70A. (AUSSME)
In tutte le guerre, e più in generale in tutte le situazioni di conflitto, la capacità
di adattarsi all’ambiente e ai suoi cambiamenti è di fondamentale importanza.
Questo fatto, che è ancora più vero in uno scenario di controinsurrezione – di
per sé altamente complesso, non lineare e rapidamente mutevole in risposta a
sollecitazioni repentine e altamente differenziate – è l’elemento centrale della
teoria della guerra, o per meglio dire del confronto armato e non, che in anni
recenti è stata messa a punto da John Boyd. Boyd è generalmente conosciuto per
aver schematizzato il ciclo OODA, Observe-Orient-Decide-Act, come modello per
l’interpretazione di una qualunque situazione che veda contrapposti due attori,
ma volerne racchiudere il pensiero in questa formula è senz’altro riduttivo. La
sua teoria della guerra ha infatti un respiro ben più ampio, anche se, a tutti i
livelli di conflitto, l’obiettivo rimane lo stesso, «migliorare la nostra abilità, come
insieme organico, di modellare e gestire un ambiente in continuo cambiamento».
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Ogni livello richiede però interventi specifici. Al livello più alto, quello della
grande strategia, è necessario individuare «una qualche visione unificante che
possa essere usata per attrarre quanti non si sono ancora schierati come pure per
2 John J. BOYD, Patterns of Conflict, p. 141. Per un’interpretazione del pensiero di John Boyd,
che non ha prodotto un testo organico ma una serie di “briefing” condensati in pacchi di
lastrine, si veda particolare Frans F. P. B. OSINGA, L’arte della guerra di Boyd. Scienza, strategia,
velocità, complessità, Gorizia, Libreria Editrice Goriziana, Gorizia, 2012.
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