Page 325 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)


            l’offerta di resa, finché il 24 gennaio dovette capitolare per l’esaurimento delle
            munizioni, dopo aver ricevuto da Mannerini l’autorizzazione a regolarsi secondo
            la situazione, salvaguardando l’onore.
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               Nel  precipitare della situazione, i comandi italiani potevano  vedere  la
            conferma di quanto ipotizzato nei mesi precedenti, ed è questo il significato di
            un promemoria per il Capo di Stato Maggiore Generale preparato l’11 gennaio
            1943 dall’Ufficio Operazioni del Comando Supremo.  Come gli studi operativi
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            fatti in precedenza avevano previsto, le forze della Francia Libera penetrate nel
            Fezzan erano equivalenti a non più di un reggimento rinforzato, e nonostante
            il consistente  supporto  di fuoco  non avrebbero avuto  buon gioco  contro
            l’organizzazione difensiva costruita durante il 1942 se non avessero incontrato
            condizioni  favorevoli. Non a caso De  Gaulle  aveva raccomandato a Leclerc
            di muoversi solo quando l’offensiva dell’8  Armata da est,  e  lo sbarco degli
                                                     a
            anglo-americani in Marocco e Algeria, avessero alterato i rapporti di forza. Al
            momento  della  prova,  sottolineava  il  promemoria  dell’Ufficio  Operazioni,  le
            forze del Sahara Libico, pur in grado di sviluppare ancora un’azione ritardatrice,
            avevano visto la loro capacità di resistenza menomata da una serie di fattori. I
            reparti della Regia Aeronautica, già duramente provati e penalizzati dalla carenza
            di carburante, erano stati assorbiti dalla lotta contro le forze britanniche che
            premevano da oriente, e questo, insieme al fatto che le compagnie sahariane
            non disponevano ancora delle camionette di ultimo modello, e all’impossibilità
            di assegnare al Sahara Libico l’intero Raggruppamento Esplorante Corazzato
            Lodi,  non aveva permesso di dare al binomio ali-motori la necessaria solidità.
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            Oltre  che  da queste  oggettive  carenze,  la rapida  progressione  dell’avversario
            era stata favorita dal graduale ripiegamento dell’armata corazzata italo-tedesca
            verso la Tunisia e dalla decisione di evacuare la Tripolitania, con la conseguente
            necessità di ritirare rapidamente i presidi dell’interno per evitare che venissero
            tagliati fuori. Quando l’abbandono di El Agheila aveva scoperto la principale



            208   R. H. RAINERO,  Il  Sahara Italiano op. cit.,  p. 274.  Per la determinazione  e  il coraggio
               dimostrati nel guidare la resistenza del presidio di Ghat, il maggiore Attilio Jevolella sarebbe
               stato decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare.
            209   Comando Supremo, 1° Reparto, Ufficio Operazioni, Avvenimenti nel Sahara Libico, Promemoria
               per il Capo di Stato Maggiore Generale, n. 13 dell’11 gennaio 1943, AUSSME, Rep. I-4, Racc.
               49, Fasc. 14.
            210   Il Raggruppamento Esplorante Corazzato Lodi era organizzato su due gruppi squadroni, dei
               quali il I con uno squadrone autoblindo, uno squadrone motociclisti, uno squadrone armi
               contraeree da 20 mm, il II con uno squadrone semoventi da 47/32, uno squadrone carri
               L6/40 e uno squadrone motociclisti. I reparti avevano subito forti perdite nella traversata e
               al loro arrivo, tra il 21 e il 22 novembre, con l’eccezione del 2° Squadrone Carri, giunto in
               terra d’Africa alla fine di settembre e già a Hon, invece che verso il Sahara, come inizialmente
               previsto erano stati avviati verso la Tunisia.


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