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178        Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione




            vece otto i corpi riesumati dai francesi sui principali teatri di guerra e successi-
            vamente trasportati a Verdun, e la gravosa responsabilità ricadde in questo caso
            sul caporale Auguste Thin, quasi a voler responsabilizzare un semplice soldato
            nella scelta di un corpo che rappresentava i 1.350.000 soldati francesi morti, a
            prescindere dal proprio grado od etnia. 35
               Il percorso dai due siti funerari fino ai siti che ne avrebbero consacrato l’im-
            mortalità si svolse seguendo un protocollo che ne evidenziasse la solennità, ma
            dando la possibilità di omaggiare il defunto al maggior numero di persone accor-
            se per vedere il feretro. L’Unknown Warrior ricevette gli onori del Maresciallo
            Foch, autorità militare suprema francese, e poi venne scortato sia da unità di
            cavalleggeri francesi che da quelli inglesi, a voler testimoniare – come pure il
            fatto di essere imbarcato sul cacciatorpediniere inglese Verdun – la fratellanza nel
            dopoguerra dei due paesi. La mattina del 11 novembre 1920, la bara, ornata da
            una spada medievale proveniente dalla collezione personale di Re Giorgio V, fu
            trasportata per mezzo di un carro d’artiglieria per le strade del centro di Londra,
            attraverso i ranghi di un pubblico sempre più folto profondamente commosso
            in un silenzio irreale, rotto solo dal rumore del corteo sul selciato. Dopo una
            pausa di due minuti allo scoccar delle undici del mattino, davanti al nuovo per-
            manente Cenotafio in pietra di Lutyens, il corteo si diresse verso l’Abbazia di
            Westminster, ove, dopo una cerimonia solenne, fu inumato alla presenza del Re e
            delle massime autorità inglesi, accanto alle più importanti personalità della storia
            d’Inghilterra. Va segnalato il fatto che la cerimonia dentro l’Abbazia vide la par-
            tecipazione di più di cento vedove di guerra, a testimonianza di una comunione
            voluta non solamente con la comunità militare, ma con tutto il popolo inglese
            affranto nel lutto.
               Il raccoglimento di un intero popolo fu altrettanto evidente nella cerimonia
            che si svolse l’11 novembre 1920 a Parigi, ove si accalcò sin dalle prime ore
            del mattino una folla immensa in attesa del corteo funebre. Il corteo, nella sua
            duplice natura di accomunare la guerra franco-prussiana del 1870-71 per mez-
            zo del cuore di Gambetta (in un’urna su un catafalco costruito su un cannone
            d’artiglieria da 155), e la rivincita contro l’odiata Germania nel 1918, attraverso la
            bara del Soldat inconnu (issata su di un fusto d’artiglieria da 75), si fermò prima


            35   Piu di 600.000 truppe di colore, provenienti per la maggior parte dall’Armée d’Afrique par-
               teciparono alla Grande guerra sul fronte francese. I caduti furono 57.000: Marc Michel, Les
               Africains et la Grande Guerre: l’appel à l’Afrique (1914-1918) (Paris : Karthala, 2003).
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