Page 177 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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Ignoto: il dolore e sgomento per l’ecatombe di soldati morti o dispersi al fronte
uniti all’esaltazione dello spirito patriottico e della vittoria finale contro la nemesi
tedesca. Emerse un parallelismo tra Francia e Gran Bretagna sia per quanto ri-
guarda le parate commemorative nel 1919 che nella costruzione della tomba del
Milite Ignoto nel 1920. Alla firma del Trattato di Versailles (28 giugno 1919), il
governo francese, sotto l’impulso del primo ministro Georges Clemenceau, si af-
frettò ad approntare una Parata della Vittoria il giorno della festa nazionale fran-
cese (14 luglio), vera e propria sfilata che si diramò attraverso i Campo Elisi pas-
sando sotto l’Arco di Trionfo, simbolo permanente delle vittorie napoleoniche.
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Il corteo, aperto molto significativamente da mille grandi mutilati di guerra, vide
la partecipazione dell’esercito francese, ma anche di quelli alleati, tra cui spiccava
anche il II CA del generale Alberico Albricci (1864-1936), che si era distinto nel
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1918 sul fronte francese. Di significativa importanza l’approntamento di un
cenotafio a forma piramidale, costruito in legno e stucco, su cui spiccavano quat-
tro statue della Vittoria sui quattro lati, con le ali spiegate. La natura fragile del
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materiale utilizzato indicava il carattere temporaneo dell’opera, vista non come
un monumento permanente, ma come un catafalco che simboleggiasse il gior-
no di festa e raccoglimento. Lo stesso tipo di struttura temporanea fu al centro
della Victory Parade celebrata il 18 luglio 1919 a Londra per volontà dello stesso
primo ministro Lloyd George, e il suo design fu affidata ad uno dei più celebri
architetti britannici, Sir Edward Lutyens (1869-1944), autore tra l’altro di nume-
rosi monumenti commemorativi come ad esempio il Memoriale di Thiepval, ma
anche della Stone of Remembrance (Pietra della Memoria) che si trova in ogni
cimitero dell’IWGC con più di 1.000 morti. 28
Come quello francese, il catafalco inglese era aconfessionale, concepito senza
rappresentazione di simboli religiosi, ma incontrò un notevole successo quanto
quello di Parigi. Luytens, perciò, fu incaricato a furor di popolo di costruire un
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25 Claude Quetel, Le mythe du 14 juillet ou la méprise dela Bastille, (Paris : JC Lattès, 2013), p. 430.
26 “Il II Corpo D’Armata in Francia: maggio -novembre 1918”, in Andrea Ungari and Antonio Var-
sori (eds.), Dal Piave a Versailles (Roma: Ufficio storico dell’Esercito, 2020).
27 Alessandro Miniero, Da Versailles al Milite Ignoto, Rituali e retoriche della Vittoria in Europa (1919-
1921), (Roma: Gangemi, 2008), pp. 37-45.
28 Tim Skelton e Gerald Gliddon, Lutyens and the Great War (London: Frances Lincoln), 2008.
29 Miniero, Da Versailles, op.cit., p. 54.