Page 173 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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          2  Sessione - La memoria dei caduti                                   171



          del conflitto.  Ma se nel mondo anglosassone si diffuse la tendenza ad onorare i
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          caduti per l’Impero come, ad esempio, fu fatto per i morti delle Seconda guerra
          boera (1899-1902), poco fu fatto nell’Europa continentale, ove ad esempio nella
          guerra franco-prussiana (1870-1871) solo gli ufficiali ebbero l’onore di essere
          inumati in tombe individuali : una tendenza confermata da una direttiva del 1914
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          che ribadiva la tumulazione in fosse comuni dei corpi dei soldati semplici.  Non
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          sorprende perciò che i corpi dell’85% dei caduti francesi nelle sanguinose batta-
          glie del 1914 risultarono dispersi od irriconoscibili. 7
              Di conseguenza, sin dalle prime operazioni, i corpi dei caduti si ammucchia-
          rono sui campi di battaglia, appena ricoperti dalla terra francese e spesso lasciati
          alla mercé delle intemperie del rigido clima del nord della Francia. Tuttavia, l’im-
          mensità dell’ecatombe e la consapevolezza nell’opinione pubblica che tanti citta-
          dini avevano sacrificato la loro vita in un conflitto sanguinoso costrinse da subito
          i governi e gli eserciti ad organizzarsi per ridare dignità ai corpi martoriati dei ca-
          duti.  Tra un’offensiva e l’altra, fu indispensabile procedere al riconoscimento ed
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          alla sepoltura dei caduti da ambo le parti. Gli inglesi dal canto loro si organizza-
          rono già dal 1915 attraverso il lavoro di Sir Fabian Ware (1869-1949). Pubblicista
          con un passato nella pubblica istruzione, Ware tentò senza successo di arruolarsi
          nelle forze armate inglesi, ma la sua domanda fu definitivamente respinta per
          raggiunti limiti d’età. L’intraprendente Ware decise allora di arruolarsi volontario
          come comandante di un’unità di ambulanze della Croce Rossa britannica. In que-
          sta veste, si rese subito conto del problema gravoso del riconoscimento dei corpi
          dei caduti e si mise all’opera per procedere alla mappatura delle sepolture. Venne




          4    Susan-Mary Grant, “Patriot Graves: American national identity and the Civil War dead”, American
              Nineteenth Century History, 5:3, 2004, pp. 74-100.
          5    Michel Racine (a cura di), Jardin de Paix, L’invention des cimetières militaires, (Bruxelles : Fonds
              Mercator, 2020), pp. 18-19.
          6    Luc Capdevila e Danièle Voldman, Nos morts: les sociétés occidentales face aux tués de la guerre (Paris:
              Payot, 2002), p. 77.
          7    Capdevila e Voldman, Nos morts, op.cit., p. 53.
          8    A tale proposito, si calcola che il 70% dei morti e feriti della Prima guerra mondiale siano
              stati vittime di colpi di obici. Il rinnovamento del parco artiglieria, frutto delle migliori tec-
              nologiche della lavorazione del ferro, dell’acciaio e dei combustibili, avvenuto attraverso la
              Rivoluzione industriale del XIX secolo, portò ad una accresciuta gittata e precisione degli
              obici. Colpi di grossi calibri che arrivavano anche a 300mm polverizzarono i corpi dei fanti.
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