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186 Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione
eppure è stato calcolato che il nume-
ro delle cartoline, che furono spedite
dalle zone di guerra all’interno del
Paese e viceversa, fu di oltre 4 miliar-
di. Fu un fenomeno moderno, come
la stessa guerra.
Quel periodo fu un ecceziona-
le laboratorio di pratica di scrittura,
la frequenza con la quale i militari
scrivevano ai loro cari, è la prova di
quanto fosse necessario scambiarsi
le proprie esperienze, condividere
dei momenti particolarmente intensi
e dolorosi. Negli anni cinquanta l’Uf-
ficio Storico dell’Esercito ha pubbli-
cato una collana di grandissimo con-
tenuto storico-archivistico dedicata
alla Storia delle Fanterie, in quest’o-
pera, tra l’altro, sono state pubblica-
te alcune lettere che ripercorrono le
vite e le aspirazioni di tanti Militari al Fronte. Tra le molte missive, alcune appar-
tengono al mondo intellettuale che ritiene la guerra giusta ed indispensabile per
completare l’unità nazionale, ma non mancano anche quelle di modesti operai,
contadini, figli del popolo che offrirono anch’essi il loro valido contributo di
sacrificio e di sangue e che risultano altrettanto interessanti.
Partendo da questi epistolari, vengono descritti desideri, timori e certezze,
fede e speranza.
Ne scaturisce un caleidoscopio di vite, di professioni, di legami familiari.
Proprio quest’ultimi, unitamente alla religione, rappresentarono un conforto,
ma anche una fonte di condivisione e di supporto, furono quell’humus nel qua-
le i nostri Protagonisti crebbero e si formarono. Le lettere scritte alle famiglie
sono sicuramente lo strumento che consente ai militari di rimanere in contatto
con il loro mondo; al fronte ricevono le notizie sul frumento, sull’andamento
dei prezzi, sull’acquisto di alcuni animali, nelle lettere questi temi vengono
ripresi e dibattuti con grande attenzione e spesso la famiglia rappresenta un
grandissimo supporto.