Page 191 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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3 Sessione - Il cittadino in armi 189
essi e come essi. Dubitavo fossero stanchi e che avrebbero veduto volentieri un
cambio, un altro ufficiale meno esigente di me.
Si è affacciata la probabilità e mi sono visto comparire davanti tutti i gra-
duati per pregarmi a rimanere con loro! Avrebbero lavorato più ancora, piut-
tosto che me ne andassi… sono rimasto e sono stati contenti come bambini,
ai quali si faccia non so quale regalo. Ieri li ho fatti sudare e ridevano come
matti. Talvolta sono costretto a mandarne io stesso qualcuno alla visita medica,
qualcuno a cui la tosse e il catarro han tolto la voce e non sa più gridare chi va
là, di vedetta .. poveri e buoni ragazzi! Torno talvolta, dalle ispezioni mi fer-
mo alle piccole guardie e discorro qualche istante con le mie vedette. Hanno
freddo, sono stanchi, ma sanno tutto mascherare e mi parlano del loro lavoro
compiuto e di quello da compiere; di ciò che i marmittoni stanno facendo e che
loro hanno scorto. Vecchi soldati che conoscono queste rupi come gli utensili
del loro lavoro, questi canaloni come i pergolati delle loro vigne o i sentieri dei
loro campi e soldati nuovi, con qualche pelo bigio, a cui trilla nel cuore tuttora
l’ultimo saluto dei loro bimbi, che mi danno sottovoce, mentre passo, una voce
vibrante di devozione, onde io sappia che sono desti e vigili. Iddio li benedica
ora e sempre! Mentre essi sentono agghiacciarsi nelle vene il sangue e intorpi-
dirsi le membra, mentre le loro pupille assonnate vanno cercando nella notte il
pericolo di tutti, non scorgendo forse che una visione degli effetti lontani, altri
dormono, o peggio, vegliano spensierati, con le pupille magari fisse su qualche
roulette o qualche palcoscenico…”.
Di grandissimo interesse anche la vita e la morte di due fratelli, entrambi al-
pini e decorati della massima onorificenza al Valor Militare, si tratta dei Fratelli
Garrone. Due ragazzi , inizialmente riformati, tra l’altro, per esilità toracica e
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oramai avviati a splendide carriere nel mondo civile, ma volenterosi di perse-
guire il mestiere delle armi. Giuseppe ed Eugenio Garrone, dopo aver passato
l’adolescenza a Vercelli, si iscrivono all’Università a Torino. Due diversi carat-
teri e profili, votato all’azione Giuseppe, più sentimentale e riflessivo Eugenio.
Entrambi si laureano in Giurisprudenza, Giuseppe a 22 anni è vincitore del
concorso da Magistrato, chiamato a Roma all’Ufficio del “Massimario”, ove si
raccolgono e commentano le sentenze della Corte di Cassazione, successiva-
2 Cfr. Chiara Maraghini Garrone e Luca Brusotto “Da una vita all’altra” - Edizioni Effedì,
Vercelli 2021.