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4 Sessione - Il ricordo della vittoria 279
Nel corso della pri-
ma metà degli anni
Trenta il termine “os-
sario” viene abbando-
nato in quanto ritenuto
inadeguato, per il riferi-
mento troppo diretto ai
resti mortali dei soldati,
ad esprimere il valo-
re sacrale che investe i
Caduti in guerra. Tut-
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tavia, al di là della mu-
tata denominazione da
“Ossari” a “Sacrari”, un
ancor più deciso cam-
biamento nel carattere
simbolico dei luoghi
designati a “concentra-
re” le spoglie dei soldati
si registra a partire dal
1935, quando alla guida
Ghino Venturi, Sacrario di Oslavia, 1932-38 del Commissariato per
(Archivio CGOCG, DLD) le Onoranze ai Caduti
in Guerra si insedia il generale Ugo Cei e l’attività di progettazione e realiz-
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zazione delle nuove opere viene affidata in via esclusiva all’architetto Giovanni
Greppi e allo scultore Giannino Castiglioni.
31 Cfr. al proposito PISANI DANIELE, “Le schiere serrate degli invitti eroi”. Sui tardi sacrari fascisti
della Grande Geurra, in D’AMELIO MARIA GRAZIA (a cura di), Per non dimenticare. Sacrari
del Novecento, Palombi Editori, Roma, 2019, pp. 42-49.
32 La legge n. 877 del 12 giugno 1931 istituisce il Commissariato per le Onoranze ai Caduti
in Guerra ponendolo alle dipendenze del Ministero della Guerra e con il supporto di una
speciale commissione consultiva; il Commissario è nominato dal capo del Governo di con-
certo con il Ministero della Guerra. Il decreto-legge n. 752 del 31 maggio 1935 sopprime la
commissione consultiva e istituisce la figura del Commissario generale straordinario, il quale
viene nominato e dipende direttamente dal capo del Governo; cfr. BREGANTIN, BRIEN-
ZA, La guerra dopo la guerra…, cit., pp. 61-64.