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4 Sessione - Il ricordo della vittoria 283
Giovanni Greppi e Giannino Castiglioni, Sacrario di Caporetto, 1935-38
(Archivio CGOCG, DLD)
Questi stessi concetti sono declinati da Greppi e Castiglioni in costruzioni
di scala differente e in luoghi diversi, senza nulla perdere in rappresentatività ed
eloquenza. Lo si può constatare a Caporetto (1935-38), dove i progettisti si con-
frontano con la conformazione orografica del colle di Sant’Antonio e la piccola
omonima chiesa esistente sulla sommità che viene “incorporata” nel Sacrario. I
loculi sono disposti in una successione di arcate cieche lungo due “gironi” so-
vrapposti, a pianta ottagonale, ai quali si accede tramite un sistema di scalinate
a doppia rampa; il percorso ascensionale inizia dal centro cittadino, scandito da
quattordici stazioni di una Via Crucis (opera di Giannino Castiglioni) che si con-
clude nel piazzale antistante il Sacrario.
La soluzione dei colombari è adottata da Greppi e Castiglioni anche a
Pian di Salesei (1935-38): la loro disposizione disegna una sorta di croce nel
sagrato antistante la chiesa, definendo uno spazio appropriato per celebrare il
culto dei soldati caduti.