Page 79 - Atti del primo convegno nazionale di storia militare - Roma 17-19 marzo 1969
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esse  diverrebbero  più  facilmeme  accessibili  anche  agli  srudiosL  Siamo  in
      un'epoca  caratterizzata  dalla  fretta  anche  in  campo  scientifico,  purtroppo.
       Quando ci  si  trova  di &ome  a  volumi  della  mole di quelli  editi  dal Mini·
       stero della Difesa, si  rischia  di  aver paura della  salita e  dJ  restare al  piano.

          T.  Col.  AA  Dott.  Angelo  LODI.  -  l  Direttori  degli  Uffici  Storici
       militari  ed  il  Prof.  Sandri  hanno  trattato diffusamente,  nelle  loro  relazioni,
      delle  due  grandi  categorie  di  fonti  per  la compilaùone  della  storia.  e  cioè
       le  fonti  bibliografiche e  quelle  archivistiche.  Su  di  una  terza categoria,  non
       meno  importante,  di  testimonianze  del  passato,  si  vuole  ora  richiamare
       l'attenzione  dell'uditorio:  i  cimeli  conservati  nei  musel.
          ln  particolare  per  quanto  si  riferisce  alla  storia  ae.ronautica,  basterà
       ricordare i  due  esempi  esteri  forse  pill  illustri,  a  me  noti  per  esperiellZJI
      diretta  per  averli  visitati:  il  MuJée  de  l'air  et  de  l'espace  di  Parigi  e  il
       National  air  and  space  mrwmm  che  è  parte  della  « Smithsonian  Instiru-
       tion ~ di Wnshington.
          Fondati  nel  XIX  secolo,  i  due  musei  stanno  proprio  in  questi  anni
       risolvendo,  dopo  un  lungo  travaglio,  il  problema  di  una  sede  definitiva,
       che  per  entrambi  sarà  grandiosa  e  degna  delle illusui  tradizioni  aeronauti·
       che,  civili  e  militari,  dei  due  Paesi.  Si  noti  che questi  musei  non  provve-
       do.no  solramo  alla  raccolta,  alla  conservazione  e  all'esposizione  delle  «  te-
       stimonianze », ma  se ne servono  per  promuovere  studi  e  ricerche,  per fare
       opera  scientifica  e  di  divulgazione,  secondo  i  moderni  criteri  della  museo-
       Logia.  Basterà accennare che  il museo di  Parigi  possiede  più  di  l 00 velivoli
       storici  originali (rra  i quali molti  antichi e  rari) e  500 motori, oltre  a circa
       150 modelli,  che riproducono  esattamente  fin  nei colori  e  spesS<'  nei  mare·
       riali,  tutti  alla  sressa  scala  per  facilitare  il  confronto,  aeroplani,  dirigibili
       e  palloni,  francesi  e  stranieri.  Senza  parlare  dei documenti  di  ogni  genere
       (autografi,  stampe,  libd,  « $OUvenirs »  ecc.),  di  cui  i  più  antichi  risalgono
       ai  Monrgolfier.
           11  museo  di  Washington,  a  sua  volta,  possiede  oltre  200  aeroplani
       autentici,  a  cominciare  dal  « Hyer »  originale  dei  fratelli  Wright  (con  il
       quale essi  aprirono l'era dell'aviazione  il 17 dicembre  1903) fino  alle capsu·
       le  spaziali.  L'importanza  di  questa  istituzione  e  l 'interesse  che  questa
       suscita  nel  pubblico  americano  possono  essere  valutati  tenendo  presente
       che  nel  1963  i  visitatori  del  museo  furono  2.376.242  e,  quando  il nuovo
       palazzo sarà  inaugurato,  si  prevede che raggiungeraono i  5  milioni  all'anno.
           Per  quanto  riguarda  l'ItaHa,  non  si  può  non  ricordat:e  il  notevole
       contributo  o·fferto  in  questo  campo  dal  Museo  aeronautico  «Caproni»  di
       Roma, io possesso  di  preziose  e  rare  collezioni  di  grande  importanza docu-
       mentaria.  Ma l'iniziativa  che  rutti  i  cultori  d.l  storia  aeronautica  aspettano
       con  ansia,  sperando  che  presto  sia  portata  a  compimento,  è  l'apertura  del
       Museo  del  volo  di Torino.
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