Page 22 - Missioni Militari Italiane all’estero in tempo di pace (1946-1989) - Atti 27-28 novembre 2001
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IO                                             MATTEO  PIZZIGAUO


         all'Europeismo.  c'ero.  per l:!  politic-J  estera  italhtna  del secondo dopoguerra  un
         terzo  cerchio,  quello  del Medltermneo,  ove era  possibile per  I'Jtalia  tentare  di
         svolgere un'azione autonoma che il rigido imp:lllo della guerra fredda  Impediva
         di realizzare in altri scacchieri. la spinta ad un'amonoma azione era favorita  non
         solo dalla fone vocazione mediterrane2 dd nostro Paese deriv:•nte. per così dire.
         in maniera n:tturale dalla sua posit.ione geografica, ma anche e sopranuno dalla
         necessìt~ di sl3bllire intese direHe con l  paesi arabi nel tentativo dì risolvere la
         fondamemale  esigenza  dell'approvviggionamenro del  nostro  Paese  libcrandolo
         dal forte conclizionamento delle grandi multinazionali. che controllavano U 90%
         delle  risorse  petrolifere  (al  di fuori  di USA  c  URSS)  e  il 75%  della  capaclt:l  di
         raffinaz.ione, c  fomjvano  circa  il 90"A> del petrolio trallaro sui mercali internazio-
         nali  F;IVori!a dall'elezione alla suprema carie:•  di presidente della  Repubbllc:J di
         Giovanni Granchi, cominciava gradualmen!e a  prendere consi!ilenza  quello che
         fu  definito il neoatlantismo,  ossia  quell'auegginmento tendente a  promuovere
         (senu mal raggiungere il punto di rotrum, né tentare di incrinare il rappono con
         gli  USA  come è  ~tato erroneamente serino  mlvoha)  un graduale sganciamen:to
         dalla  remissiva  acquiescenza  ai  disegni degli Stati  Uniti,  per ritagliarsi  un auto-
         nomo SJYdZio di manovre nello scacchiere  medit('fr-Jneo e  nordarrlcano. dove si
         potevano stabilire rapporti economici privilegiati con i paesi produuori dì petrolio
         di nuova indipendenza. Punta nvanzata di questo schieramento, come si è  deno
         benec.leuo  dal  Quirinale,  fu  Enrico  Mauei  che,  fino alla  sua  uaglc:1  ed  oscura
         morte. sviluppò un'intensa  diplomazia parallela  finalizzata a  ricercare autonome
         fonti di petrolìo. cere3ndo di stabilire capponi dlreui con l  paesi orabi. E cosi per
         l'ENI e  per Enrico Mauei l'unico modo possibile per :.vvicinarsi al frutto proibito.
         al  petrolio del  Medio Oriente  gelosamente  custodito dalle gmndi compagnie
         del  cartello era  quello di ulilizzare, assecondandola,  la  spinta  del movimenti
         nazionalisti  arabi; che  ceravano  di  liberarsi  delle  presenze  neocoloniallste  c
         puntavano ad erruncipa.rsi dallo sfrullamento delle risorse del proprio sotrosuolo a
         benefido di pochi privilegitlli asserviti agli stranieri, per rlappropriarsi colleuivamente
         di tali  risorse e  destinarle invece,  In piena  libertà. alla  crescita  economico-sociale
         dellil intera comunità nazionale.
             Ln  rivoluzione  di Nasser aveva  sprigionato  una  rorte carica  liber:l!Oria  In
         larghissima pane del mondo arabo (:1ncom diviso ed alla rkcrca di modelli ispi-
         ratori) ave le presenze str:tniere. peraltro in molti c:Jsi  ancorate a vecchi schemi,
         venivano percepite. ~ 1ono o  a ragione, quusi ~~duslv.,mente in termjni di oppres-
         sione, di dìrini violati c di speram:e negate. La  fioritura  dei movimenti nazlonnlistl
         stava  rimettendo in gioco i  destini dei  popoli  e  l'ordine  petrolifero deciso  nel
         secondo dopoguerra.
             Si  aprivano dunque nuovi spazi per la  diplomazia  parallela defi'ENI  che  si
         intrecciava con una serie di spinte leg:<te ai movimenti interni al partito di maggio-
         ranza  relativa, che si  ripercuotevano sull'azione complessiva del governo stesso
         c  naturalmente sulla sua  po lìtlca estera.
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