Page 318 - Missioni Militari Italiane all’estero in tempo di pace (1946-1989) - Atti 27-28 novembre 2001
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306                                            SALVATORE  MINAI!DI


            Per l1talia l'operazione "Libano  2" sì concluse il 3 aprile  1!)84,  dopo avere
         presidiato un seuore di circa 8 krnq, C\Jrnto ol1re 60.000 persone tra  i civili, disin-
         nescato  più  di 10.000  bombe e  donato alla  popolazione  locale  l'ospedale  da
         campo che alcuni giorni dopo, però, fu compJerameme distruuo da un ~nentato
         [errorisLico (114)_  Il comingenre  italiano,  sia  per la  sua  asso l ma  non  ingerenza
          negli  affari  interni libanesi sia  anche  per b  capaciti\  di  porre in essere efficace-
         mente iniziative di cara nere umanitario, fu quello che seppe guadagnarsi il consenso
          maggiore  per  il comporramemo esemplare  tenuto,  e  che  gli valse  l'apprezza-
          mento del  governo  libanese.  dei governi  arabi interessati  e. soprJlluno,  della
          popobzione  di  Ueirut.  E  che  proprio in consider .. zione del  ruolo  politico
          primario che  la  Forza  Multinazionale adempiva  per  il  Libano e  per  la  pace  in
          Medio Oriente, è da ritenere che essa poresse essere st:1t:1  individuata come osta-
         colo  ai  dlsegnJ  eversivi  e  di <.lest:tbilizzazione  dell'asseuo  libanese.  Di  qui  gli
          atracchi t·he nel marzo 1983 coinvolsero milir;ui del conringeme iraliano a tleirul
         e  dei  contingenti  ~mericano e  francese che cosrituivano l:s  cornice di sostegno
          imernnionale che era ùi vi~ le  importan~ [X'r il gc>vernq di Bein.ll.
             Sulle prospeuive di un super.1m~nto della crisi libanese. che  l'halia seguiva
          non senza preoccupazione, vi era  una  valutazione  positiv:~ dell'inizio dei nego·
          zia ti dì Naqoum fr-.1  le deleg-dzioni militari libanese c israeli:ma rigu:1rdo alle mo<.la-
          l'ltà  dello sgombero delle  zone che  l'esercire  israeliano continuava  ancora a
         occupare.  Pur con  tuue le difficohà  che ostacolavano  uru~  r.1pida  e  favorevole
         conclusione delle rranative.  non ffillnC"dvano  luuavia elementi di segno posirivo
         che  lasciavano bene spern re;  come  la  convinzione  israeliana della  necessità  di
          l:'itlrarsi  dal  Libano,  cui  faceva  rìsconrro  l' interesse sia  llbanese  che siriano
          affinché il governo ùi Beirut recuperasse la sovr<~nità sull'inrero terrlrorio nazio·
          naie. Quesra era la condizione essenziale perché le diverse anime libanesl pores·
         sero raggiungere quella intesa nazionale capace di sanare le Jncerazioni di qudlo
         sfonunaro l)aese. È interessante norare che come sede deUe tranaùve fra Hbancsì
         e  israeliani.  che  si  svolgevano sono  l'egida  delle  Nazioni  Unite.  le  due  parti
          avevano sceho il Quartiere Genernle del contingente italiano che  fìn  dal  luglio
          1979 face\'a parte delle forze deii'ONU nel Libano meridionaJeOl5>.
             Nel 1984, nel mondo ambo moderaro si manifest:Jvano impa7Jenze c  frustra-
          zioni a causa del mnncato progresso verso una soluzione politica della ques[ione
          palesrinese per il timore di nuove tent:rzioni di confliuo. Nell'autunno di quell'anno.
          all'orizzonre del  Medio Orienre  veniva  delineando~i l'evoluzione  di una  linea
          araba moderaL1. Si poteva osservare infani un lenro processo di aggregazione frA
          alctmi degli attori principali della regione: F.giuo, Giordania e OLP. Dall'alt m parre,
          Israele  mandava  segnali  dì  disponibilità verso b  riapertura  di un dialogo, vuoi
          per le  diffìcolr~ economiche interne. vuoi  per 13  pressione internazionale circa
          l'ev>lcuazione del Libano e vuoi infine per il crescente dis;1gio della popolazione
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