Page 317 - Missioni Militari Italiane all’estero in tempo di pace (1946-1989) - Atti 27-28 novembre 2001
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Il nos1ro contingente della Forza Multinazionale ave\•a appena messo piede
sul suolo italiHno quando in Libano riesplose la violenz.a. n 14 seuembre venne
assassinato il presidente della Repubblica Bashir Gemayel. Il che riaprì le osli-
lità a Beirut e nel resto del Paese. Fra il 16 e il 18 seuembre, forti dell'appoggio
dell'esercito israeliano che alcune ore dopo l'assassinio di Gemayel era rienlrato
a Beirul, i crisliano-maronili della Falange peoerrarono nei campi profughi
palesiJnesì di S:tbra e Chatlla e massacrarono migliaia dì civili. La responsabilirà
morale di questo eccidio, che scosse l'opinione pubblica mondiaJe, non poteva
non ricadere su Israele- le cui truppe controllavano quei luoghi-, che non volle
o non seppe evitareOon.
L'Italia condannò aii'ONU "con sdegno e orrore~ il massacro dj Sa bra c Chatìla,
sollecitò l'adozione di adeguate misure e c.:hiese di rafforzare immediatamente il
gruppo di osservatori a Beirut, con il compito di accertare falli e responsabilità
di quanto accaduto 008>. Non era tuuo, però. Poiché l'Italia non poteva parlare
di un suo ruolo internazionale senza assumersene anche le responsabilità, propose
agli Stati Uniti e alla Francia che accenarono. di inviare di nuovo in Libano una
Forza di interposizione per svolgcrvi compiti di garanzia nei riguardi della popo-
lazione civile e per aiutare, nello stesso tempo, il governo libanese a riprìslinare
la sua autorità ( !09). Tra il 24 e il 26 senembre giunsero a Beirut i diversi rustac-
camenti della MNF 2. All'operazjone "Libano 2" l'ltali:t prese parte con un contin-
gente di 1.200 uomini (IlO>.
A noma si riteneva una mera illusione pensare di potere risolvere la questione
libancse indipendentemente dalla Siria. La divisione del libano appariva inevi-
tabile, ove esso non fosse riuscito a trov-.ue la via ru una graduale ripresa della
coesione naz.ionale. L' ltalìa guardava con preoccupaz.ione a una tale eventualità
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e faceva IUIIO ciò che era nelle sue possibilità per scongiurarb < >. Come gli altri
paes·i partecipanti alla Forza Multinazionale. anche l'l!alia volle sottolineare il suo
interesse per la Conferenza di Ginevr:t :;ull:l riconciliazione nazionale fr.1 le diverse
fazioni libanesi, mandando nella città svizzera un proprio inviato speciale < >.
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Dopo essersi consullato con i suoi omologhi americano, inglese e francese duranle
la riunione di la Celle St. Cloud Il 27 ouobre 1983. il minislro degli Esteri Andreoni
si recò a Damasco per tastare il polso al presiden1e siriano. Assad sment1 di
perseguire l'obienivo di volere smembrare il libano. La Siria - disse - sapeva
guardare abbastanza lontano per rendersi como che. se nel breve periodo il
liba11o diviso parzialmente sono suo stretto controllo, avrebbe pmuto anche farle
comodo, nel lungo periodo invece l'assenza nella regione di uno Stato Libanesc,
stabile e capace di esprimersi come lale, sarebbe stato un fattore di debolezza
e un:a causa di ulteriori problemi nella regione e nella già complessa situazione
del Medio Oriente Ot3>.