Page 140 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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- GIANFRANCO BENEDETIO
primaria nella politica estera italiana rappresentando il vero fattore di novità ri-
spetto alla sua storia passata che impose ai governanti italiani di impostare, dopo
il 1943, una politica estera del tutto nuova. Cltalia aveva un interesse generale a
legarsi agli Stati Uniti poco danneggiati dalla politica estera fascista potendo assu-
mere nei confronti del nostro Paese un atteggiamento più aperto (3). La grave situa-
zione economica interna richiedeva aiuti esterni e l'aiuto lo si chiedeva a chi pote-
va darlo e a chi era disposto a darlo. Nel determinare chi era disposto a darlo vi
era una scelta implicita che si pose in piena luce negli anni seguenti.
Tra le ipotesi di politica estera, l'Italia poteva decidere la neutralità; una al-
leanza bilaterale solo con gli Stati Uniti; l'adesione a una alleanza europea da
definire; entrare nel sistema atlantico. Cipotesi della neutralità era sostenuta dai
socialisti e dalla sinistra democristiana, soprattutto dal gruppo che faceva capo
a Giovanni Gronchi. I socialisti erano divisi tra entrare in una alleanza domina-
ta dagli Stati Uniti oppure seguire il richiamo dell'Urss, patria del socialismo,
dopo che la speranza della prosecuzione della «grande alleanza», costituitasi con
la guerra, si era dissolta con la Conferenza di Parigi del 1947. La neutralità era
una non scelta che avrebbe evitato una lacerante decisione, era un rifiuto della
sorgente rivalità che stava allontanando le due grandi Potenze (4). De Gasperi
aveva escluso la neutralità dell'Italia - come poi riferì l'ambasciatore americano
a Roma, Dunl1, citando la conversazione avuta con il capo del governo italiano
- pur consapevole della difficoltà di «educare il popolo alla necessità di impe-
gnare il suo futuro con le potenze occidentali (5)>>. Era stato dato l'avvio a un
lungo percorso politico-diplomatico che avrebbe portato l'Italia ad aderire al
Patto Atlantico, ma delle trattative diplomatiche di questo cammino restano po-
che tracce. Come scrisse il ministro Carlo Sforza, la fase esplorativa, da luglio a
dicembre 1948, non era stata condivisa con altre forze politiche in quanto era
stata «veramente segreta (6)>>.
La seconda ipotesi, di alleanza bilaterale soltanto con gli Stati Uniti in un
rapporto di garanzia la si desume da quanto affermato dall'ambasciatore Dunn,
secondo il quale Washington avrebbe difeso i confini italiani così come aveva
(3) O. Barié, "Gli Stati Uniti e la ricostruzione del sistema politico italiano", Atti del con-
vegno su: Le relazioni tra Italia e Stati Uniti dal 1943 al 1953, Firenze, 8-10 maggio 1980.
(4) E. Di Nolfo, "I problemi dell'internazionalismo socialista durante la guerra fredda",
in: AA.vv. Storia del partito socialista dalla guerra fredda all'alternativa, Venezia, 1980 p. 14.
(5) Frus, 1948, voI. III, p. 252.
(6) C. Sforza, Cinque anni a Palazzo Chigi. La politica estera italiana dal 1947 al 1951,
Roma, 1952, p. 189.

