Page 141 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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        rOPINIoNE  PUBBLICA  E rADESIONE  DELrITALIA  AL  SISTEMA  DELrALLEANZA  OCCIDENTALE


        promesso  di  difendere  quelli grecW).  Nel  dicembre  1947, il  presidente Truman
        con una dichiarazione precisò che se successivamente al ritiro delle truppe ameri-
        cane dall'Italia la sua indipendenza fosse  stata minacciata, gli Stati Uniti avrebbe-
        ro dovuto interrogarsi sulle  misure  più  idonee per il  mantenimento della pace e
        della sicurezza,  che  voleva  significare  il  ritorno  delle  truppe  americane  in  Italia
        senza consultazioni bilaterali, mancando nella dichiarazione il  riferimento alla ri-
        chiesta del governo italiano; ossia la difesa della sicurezza nazionale sarebbe stata
        affidata, di fatto, al solo governo americano (8).  La terza ipotesi di adesione a: una
        alleanza mediterranea, più che europea, con Grecia e Turchia,  fu  presa in consi-
        derazione dal  governo americano,  non da quello italiano,  nel  corso dei  colloqui
        esplorativi sulla sicurezza atlantica.
            Durante il  periodo di  occupazione  alleata,  i governanti  italiani indussero gli
        Stati Uniti  a fare  una «certa politica» in  Italia,  che da un verso corrispondeva agli
        interessi americani, dall'altro a quelli della parte moderata della nuova classe poli-
        tica italiana. Ma fu anche la stessa debolezza del Paese, in quel periodo storico, che
        stimolò nel governo di Washington lo sviluppo di una «politica italiana (9)>>.  Da par-
        te americana vi era una benevola disponibilità verso il nostro Paese che, il 25 luglio
        1943, si  era liberato  dal  regime  totalitario  che  l'aveva condotto  alla guerra;  che
        aveva dimostrato sia negli anni della Resistenza sia nel dopoguerra quanto poco in
        profondità fosse  scesa l'ideologia totalitaria fascista  nel  tessuto sociale;  che aveva
        una considerevole presenza di  italo-americani sul suolo americano la cui rilevanza
        elettorale era da tenere nella dovuta attenzione (lO).
            Washington era consapevole che dall'entità e dalla rapidità degli aiuti ameri-
        cani sarebbe dipeso o meno il processo di radicalizzazione politica e sociale in mol-
        ti Paesi europei, capace di  condurre alla formazione di regimi influenzati o domi-
        nati dai comunisti. Il  pericolo era reso ancor più concreto non solo dal ruolo eser-
        citato dall'Urss sui  Paesi da essa controllati ma anche dalla presenza di  partiti co-
        munisti,  presenti  nei  governi  della  Francia e dell'Italia usciti  rafforzati e  pieni di
        prestigio dalla lotta contro i nazifascisti.
            L'aggravarsi delle tensioni tra i due blocchi e la collocazione internazionale
        dell'Italia  nella  sfera  occidentale  decisa  dalle  Grandi  Potenze,  condizionarono


            (7)  Questa eventualità fu  riportata dall'ambasciatore Alberto Tarchiani nelle sue memorie
        e citata da M. Toscano, Appunti sui negoziati, cito  p.  487.
            (8)  A.  Gambino, Storia del dopoguerra,  Roma,  1988, II,  p. 510-511.
            (9)  S.  Gilbert, La politica italiana degli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, in:  E.
        Aga Rossi, (a cura di), Italia e Stati Uniti durante l'amministrazione Truman, Milano, 1976, p.  13.
            (10)  E.  Ortona, Anni d'America,  1944-1951, Bologna,  1984, p. 206 e S.
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