Page 146 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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DI                                                       (;IANFRANCO  BENEllE'ITO
                 ~--------------------------------------------~~~
               Nel  mese  di  giugno  1947, la  direzione dci  PCI  valutò  la  proposta americana
           di  un programma di  ricostruzione europea precisando  la  sua posizione attraverso
           un articolo pubblicato da l'Unità, suo organo di stampa, con il  quale la  partecipa-
           zione italiana al  Piano Marshall era accettata con riserva di  verifica:  nel  caso  non
           vi  fosse stato nulla di  diverso da quanto enunciato, i comunisti avrebbero visto con
           favore  «una proposta capace di  salvare  dalla rovina economica l'Europa (31)>>.  Ben
           presto, però, iniziarono a prendere corpo i sospetti che il  Piano fosse solo una ma-
           schera  e  che  nascondesse  propositi  assai  meno  nobili  e  interessi  non  coincidenti
           con quelli  fondamentali  della  nazione.  Nel  programma economico americano ap-
           pariva sempre  più  la  volontà  di  imporre  al  mondo  il  suo  sistema  economico  per
           riuscire a controllare successivamente la vita politica ed economica dei  Paesi che vi
           avessero aderito e creare un sistema di  Stati ostili all'Urss:  «Nessuno di  questi pun-
           ti  è accettabile da chi desideri una politica estera italiana dettata esclusivamente da-
           gli  interessi  nazionali (.12)>>.  Le  posizioni  dci  governo italiano vennero,  quindi,  giu-
           dicate «imprudenti e avventate, derivanti dallo scarso spirito nazionale».  «Per  i mi-
           nistri  democristiani  la  tentazione  di  prendere  parte  alla  creazione  di  una  nuova
           Santa  Alleanza  è  più  forte  di  qualsiasi  considerazione  degli  interessi  preminenti
           della nazione(.13»>.  Il  PCI  attribuiva  la  divisione  dell'Europa in  due blocchi ai  soli
           Stati  Uniti  che  intendevano attuare una  politica imperialistica e  aggressiva.  Il  go-
           verno italiano era giudicato colpevole  piegandosi docilmente alle richieste di  Wa-
           shington,  pur  consapevole  che  l'economia  italiana  sarebbe  stata  danneggiata  dal
           dover escludere i commerci con i Paesi  dell'Europa orientale considerati una via di
           sviluppo naturale. Nello stesso periodo, estate 1947, il  quotidiano socialista Avan-
           ti! pur esprimendo le medesime preoccupazioni le  presentava con toni  meno estre-
            mistici rispetto all'organo dci  PCI.  Prima che vi  fosse  il  fallimento della Conferen-
           za di  Parigi, il  Partito socialista guardava a questo incontro come alla  ritrovata so-
           lidarietà di  fronte  al  comune interesse  di  superare la  difficile situazione economi-
           ca europea aggravata dalle divisioni territoriali volute dalle grandi Potenze che non
           avevano  tenuto  conto  delle  esigenze  delle  popolazioni.  Dopo  il  fallimento  della
           Conferenza, le  cui cause venivano attribuite alla volontà di  Bevin e  Bidault di  vo-
           ler  istituire  un  direttorio  economico,  l'Avanti!  sperava  che  vi  fosse  per  l'Italia  la
            possibilità di  adoperarsi  per impedire la  frattura tra  Est e Ovest (34).  Lo stesso Pie-
            tro  Nenni  firmava  un  articolo  nel  quale  denunciava  <da  minaccia alla  pace  insita



                (31)  E.  Reale,  ''CItalia c il  Piano  Marshall", in:  l'Unità,  22 giugno  1947, p.  1.
                (32)  Senza firma,  "II  Piano Marshall",  in:  l'Unità,  27 luglio  1947, p.  1.
                (33)  I/Jidelll.
                (34)  Senza  firma,  "Appumamcnto mancato", in:  Avanti!,  12 luglio  1947, p.  1.
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