Page 148 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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-                                                        GIANFRANCO  BENEDEITO





             venne valutato un pilastro del disegno strategico americano mirante a contenere
             l'Urss  attraverso barriere  poste  lungo tutti  i suoi  confini,  in  Europa,  in  Asia,  in
             Medio Oriente, nell'oceano Pacifico.  Ci  si  interrogava sul  reale significato delle
             clausole secondo le quali i programmi di  assistenza avrebbero sempre dovuto es-
             sere coerenti con la  politica estera americana e quale sarebbe stata la subordina-
             zione  verso  gli  Stati  Uniti  dei  Paesi  beneficiari  degli  aiuti (38).  Il Nuovo  Corriere
             della Sera  tentava di  dare una risposta agli interrogativi posti dal giornale sociali-
             sta affermando che gli Stati Uniti in cambio degli aiuti non chiedevano null'altro
             all'Italia che rafforzare il regime democratico. Il Paese aderendo al Piano Marshall
             «avrebbe mantenuto la propria neutralità in quanto esso non è né un'alleanza po-
             litica né  una collaborazione militare.  L'America con il  Piano giova a se stessa as-
             sicurandosi un grande mercato ma non costringe questa parte d'Europa a marcia-
             re contro i suoi eventuali nemici». La tesi in difesa del Piano era supportata da un
             altro  significativo  articolo  de  Il  Popolo,  di  poco successivo  a  quello  del  Nuovo
             Corriere della  Sera,  nel  quale  si  prendeva atto che dopo la costituzione  del  Co-
             minform si  era determinata una decisa  opposizione al  Piano di  tutti i comunisti
             europei i quali tra i loro obiettivi dichiarati avevano quello di  dare scacco al  Pia-
             no Marshall in  quanto espressione dell'imperialismo americano mirante all'asser-
             vimento economico e politico dell'Europa. L'autore concludeva interrogandosi su
             come potessero i comunisti italiani combattere il  Piano dato che la vita dell'Italia
             dipendeva dagli approvvigionamenti esteri e l'unico modo di dare realmente scac-
             co al  piano americano sarebbe stato di  far giungere dall'Urss, con l'immediatezza
             necessaria in quanto le  necessità italiane non consentivano che una breve attesa,
             le  merci che giungevano dagli Stati Uniti (40).
                 Nei primi mesi del 1948, le tensioni tra i due blocchi si acuirono notevolmen-
             te.  L'Urss aveva giudicato gli  aiuti economici statunitensi una sorta di  cavallo di
             Troia per penetrare all'interno dei  Paesi  dell'Europa orientale posti  sotto la  sua
             influenza e aveva esplicitamente chiesto ai governi di  questi  Paesi  di  rinunciarvi.
             Il governo cecoslovacco che, invece, sarebbe stato favorevole ad accettarli, dovet-
             te subire la direttiva di Mosca. Il «colpo di Praga» del febbraio 1948 accentrò i ti-
             mori sull'Italia, Paese con le  maggiori probabilità di subire medesima sorte per le
             sue  precipue  condizioni  interne  e  la  sua  posizione  geografica.  Si  accrebbero  le
             preoccupazioni  di  Londra per  la  quale  la  «questione italiana»aveva  una speciale




                 (38)  A.  Borgoni, "Strategia americana", in: Avanti!, 30 settembre 1947, p.  1.
                 (39)  L Bonomi, ''America e Italia", in:  Il Nuovo Corriere della Sera, 3 ottobre 1947, p.  1.
                 (40)  Argo, "Dare scacco al  Piano Marshall", in:  Il Popolo,  10 ottobre 1947, p.  1.
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