Page 198 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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                 Negli anni Sessanta e oltre, in coincidenza con la riforma della Difesa di An-
             dreotti  che sancisce  la  "supremazia" della politica sui  militari,  la  legittimazione
             dell'esistenza delle  FF.AA.  presso l'opinione pubblica è  basata sopratutto sul 10-
             ro aiuto alle popolazioni sinistrate in occasione di calamità naturali, come Vajont
             (1963), Firenze (1966) e Belice (1968), impoverendone l'identità in misura con-
             siderevole. Così pure, mentre il  Concilio Vaticano II  (1968) suggerisce una mag-
             giore  laicità delle  FF.AA.  facendo  decadere l'obbligatorietà dei  militari cattolici
             di  assistere  alle  funzioni  religiose  interne che  perdono la  coincidente  natura  di
             cerimonie militari, ha inizio una intensa pratica di cresime collettive, celebrazio-
             ni  per i Santi  Patroni  di  F.A.  o  d'Arma,  frequenti  visite ufficiali  delle  navi  al  Pa-
             triarca  di  Venezia  e  al  Cardinale di  Palermo con  il  prescritto  "saluto alla  voce"
             degli  equipaggi,  cerimonie  per la  ricorrenza del  19  marzo  di  S.Giuseppe,  a  Ta-
             ranto "patrono dei  lavoratori"  e  a  La  Spezia,  più  pudicamente,  "patrono della
             città".  Nel  quadro di  cui  sopra le  relazioni  pubbliche della Marina si  muovono
             secondo gli  indirizzi  dettati  dalla  Difesa,  con  i temi  della  tecnologia  e  del  pro-
             gresso scientifico (vedi, ad esempio, il  Garibaldi con i tubi lanciamissili "Polaris"
             nel  1963), dello sviluppo dell'industria nazionale e della valorizzazione degli ar-
             senali  ed è  in  questo  ambito  che agisce  alla  meglio  con  poche  possibilità  di  pe-
             netrazione  presso  l'opinione  pubblica,  l'Ufficio  Documentazione  della  Marina
             con le sue intense attività nei settori della stampa, radio e televisione, mostre ed
             esposizioni,  cinema,  affiancato  dalle  associazioni  tradizionali  (L.N.I.  c
             A.N.M.I.);  di  tutto ciò è  specchio il  quindicinale Notiziario della  Marina.  "Vie-
             ni  in Marina, sarai un tecnico e girerai il  mondo" è il  richiamo pubblicitario per
             l'arruolamento, privo  di  riferimento alla funzione  militare.
                 Appare alla  fine  degli  anni  Sessanta a  molti  quadri  intermedi  degli  ufficia-
             li,  più vicini generazionalmente ai  movimenti di opinione in atto nel Paese, che
             non  ci  sia  sufficiente  impegno da  parte dei  vertici  della  Marina a  stimolare la
             dirigenza  politica  ad  affrontare  non  solo  i  problemi  di  invecchiamento  della
             flotta,  ma  anche  quelli  della  ristrutturazione,  degli  organici  e  di  relazione con
             la  realtà  sociale  del  Paese.  Questi  ultimi  sono  l'abolizione  delle  ordinanze(32),
             beneficio ormai anacronistico dibattuto da anni (33)  per la rinuncia al  quale si  in-
             siste nel  chiedere l'erogazione di  un corrispettivo in denaro (abolite nel  1971);
             l'obiezione di coscienza  introdotta solo con la  legge 772/1972, quali che siano



                 (32)  I,ettere  di don  Lorenzo Mi/ani,  priore di Barbialla  ("lettera ai  giudici"),  Mondadori,
              1950 ("  I figli  dei  ricchi serviti  a tavola da un attendente figlio di  poveri").
                 (.13)  E.  Giuriati,  "Democrazia e  Forze Armate", Rivista Marittima  fugo  ago.  1947, p.  5
              (anacronismo degli  attendenti).
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