Page 196 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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             anteriori e posteriori all'avvento della repubblica non può essere congeniale ad
             una istituzione come  la  Marina che  ha  la  necessità  di  una cornice di  sicurezza
             per rimettersi  in  sesto;  è  quindi comprensibile che vengano accolte con favore
             le  disposizioni  del  ministro  della  Difesa  Pacciardi  successive  alle  elezioni  del
             1948 con la  vittoria della D.C. Queste sono intese ad escludere dal servizio nel-
             le  FF.AA.  personale  professionale  con  simpatie  per  il  r.c.r.  e  l~S.r.  (circolare
             2000 del 1949) e a stabilire controlli in tale senso per il  personale di  leva ad ov-
             via tutela della sicurezza interna, ma ponendo così  delle  limitazioni alle  libertà
             individuali come, ad esempio, le  misure contro la  diffusione della stampa di  si-
             nistra all'interno delle installaziç:mi  militari. è bene precisare che negli archivi di
             stato locali, ed al  proposito si  è fatta  una verifica a  La  Spezia, non sono ancora
             depositati gli  atti dei  tribunali militari marittimi e che quindi alcuni aspetti del-
             l'applicazione di  tali  normative sfuggono all'analisi.
                 Già nel  novembre  1948 una direttiva della Difesa in vigore fino al  1974, che
             vieta la  partecipazione di  rappresentanze militari  a cerimonie dell'  A.N.l~I. e  vice-
             versa, provoca a La Spezia dure parole di  Pertini nei confronti del comandante del
             dipartimento gratificato con l'epiteto di "lacchè di Pacciardi". Il  1948 è anche l'an-
             no dell'avvio della polemica sulla "casta militare", con l'accusa alle FF.AA.  di  aver
             scarsamente contribuito alla Liberazione, con manifesti che incitano i militari alla
             disobbedienza,  contro il  servizio militare obbligatorio - la  cui durata con Pacciar-
             di  nel  1951 è stato elevato per la Marina a 28 mesi - (riportata nel  1963 a 24 me-
             si)  e per l'Esercito da  15 a  18  mesi.  Quanto agli  aspetti sociologici della polemica
             che durerà molti anni, gli argomenti più estremi che emergono dalla lettura di  al-
             cuni  testi (29),  come il  mondo  militare  isolato  dalla  "società  civile",  l'arretratezza
             delle forme sociali dell'istituzione militare, la  casta degli ufficiali lumpenbourgeois
             operante in  un  autoritarismo privo della necessaria legittimazione consensuale da
             parte dei soldati e con forti  nostalgie monarchi che e fasciste,  essi  non hanno alcu-
             na attinenza con la Marina, alla quale l'attenzione non è nemmeno rivolta. Si  può
             dire piuttosto che la  Marina dedica al  suo personale di estrazione popolare grandi
             attenzioni cii  alfabetizzazione, igiene personale, cure sanitarie e di benessere, nei li-
             miti  di  una  struttura  logistico-amministrativa  che  non  è  certo  esente  da  pecche.
             eatmosfera a  bordo delle  navi,  già  dal  tempo di  inizio di  questa  polemica,  è  nel
             complesso armoniosa con una consuetudine disciplinare priva di formalità.  Il  cine-
             ma  italiano è specchio. di  tale  situazione,  a  fronte  della serie orribile di  film  sulle



                 (29)  E.  Pozzi, "Contraddizioni della casta militare", Critica Sociologica  nO  31, autunno
             1974; 11° 37, primavera 1976; F,  Battistelli, "Militari e ideologia," Critica Socio logica  11°  37,
             primavera  1976.
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