Page 206 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
P. 206

'G[
            ~L-___________________________________________________ G_RE_'(_;O_R_Y_A_LE __
            italiani delle parti di  ricambio e del  carburante. Quest'ultimo era anzi  considera-
            to il  modo migliore per mantenere uno stretto controllo sull'attività italiana sino
            alle decisioni  che sarebbero state prese in  sede di  trattato di  pace.

                I?incertezza e le carenze materiali resero particolarmente duro il clima di que-
            gli  anni, che neppure la  firma  del trattato di  Parigi  dissipò.  Si  comprende così co-
            me  mai  nell'agosto  1947  il  generale  Mario  Ajmone-Cat,  capo  di  stato  maggiore
            dell'Aeronautica, fece circolare tra gli alti gradi la bozza di una provocatoria richie-
            sta, indirizzata al ministro della Difesa Mario Cingolani, affinché convocasse il  Co-
            mitato di  Difesa  Nazionale  (CDN)  per discutere  dello  "Scioglimento o  potenzia-
            mento dell' Aeronautica Militare" (3).  Non è dato sapere se  il  documento, che  de-
            scriveva in  termini assai  schietti la grave situazione del momento, sia stato effetti-
            vamente inoltrato o, tanto meno, dibattuto dal CDN. Pur indugiando talora in bat-
            taglie di  retroguardia quale quella sulla prematura decisione di dar vita ad un uni-
            co Ministero della  Difesa, in  esso Ajmone-Cat tratteggiava comunque con effica-
            cia e larghezza di dettagli il  quadro complessivo nel quale l'Aeronautica si  dibatte-
            va nell'immediato dopoguerra.
                Se  la  situazione  materiale  era oggettivamente  complessa,  il  rapporto  con  il
            Paese era se possibile ancor più difficile. All'immediata ricostruzione non ostava-
            no solo fattori legati allo stato comatoso delle finanze dello Stato, ma anche quel-
            li  generati da un quadro politico-istituzionale assai  incerto. "L'atmosfera politica
            di  quel  periodo era piuttosto tesa",  ha scritto nelle sue memorie il  generale  Bri-
            ganti (4).  Il  dirigibilista  polare  Umberto Nobile,  eletto deputato alla  Costituente
            nelle liste del pcr, "faceva critiche al metodo di sfollamento seguito dal Ministro,
            mostrandosi  preoccupato che al  vertice de Il' Aeronautica vi  fossero  generali  con
            trascorsi  fascisti  e monarchici".
                Come spesso accade con gli amori traditi, di fronte alla sconfitta l'entusiasmo
            alimentato dalle imprese aviatorie mutò in violentissimo rancore. Da portatore di
            progresso e di affermazione nazionale qual era stato per alcuni decenni, l'aeropla-
            no era divenuto in tutto il  mondo vettore di  morte e distruzione(5).  La  promessa
            di conflitti intensi  ma brevissimi, postulata dalle teorie di  Douhet, si  era tradotta
            nella realtà di  una guerra di  logoramento a sviluppo non più orizzontale ma ver-
            ticale,  che  persino  organizzazioni  professionali  come  l'Associazione  Italiana  di



                (3)  In  archivio Briganti.
                 (4)  A.  Briganti, cit.,  p,  xxxx.
                 (5)  Pcr  una  introduzionc al  tema cfr.  Robert Wohl, The  Spectacle or Flight,  Ncw  Haven,
            Yale  University Prcss, 2005, p.  213-276.
   201   202   203   204   205   206   207   208   209   210   211