Page 211 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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UNA  AERONAlJl'ICA  NUOVA:  IL  RAPPORTO  CON  lA  NAZIONE  NEIM  RICOSTRUZIONE  DELIA  FORZA  ARMATA

            Pochi giorni dopo l'ACA trasmise il  progetto al  ministro dell'Aeronautica e, in
        copia, al  capo di  Stato Maggiore (17).  Tra le  motivazioni  addotte merita di  essere
        riportata quella di  carattere più esplicitamente politico:
            "Tutte le grandi Nazioni (e  l'Italia resta una grande Nazione anche se  econo-
            micamente e politicamente in  difficili  frangenti)  posseggono Musei Aeronau-
            tici.  Se  il  cessato  regime non  ne  ha sentito  il  bisogno, ciò  è maggior motivo
            per sentirne adesso la  responsabilità".
            Sotto  il  profilo pratico  l'ACA chiedeva,  motivando  la  richiesta  con "l'im-
        portanza nazionale e la  utilità pubblica del  Museo", che lo Stato fornisse  l'edi-
        ficio  di  sede,  le  attrezzature  fondamentali,  una  parte  del  personale,  la  prima
        dotazione di  materiale  didattico-espositivo.  Il  nuovo  ente  sarebbe stato sotto-
        posto  alla  vigilanza  dei  Ministeri  dell'Aeronautica  e  della  Pubblica  Istruzione
        ma  affidato in gestione all'ACA.  Per il  resto, il  programma prevedeva un'espo-
        sizione quanto  mai  sistematica fondata in  larga parte su  fotografie  e modelli e,
        in  misura assai  minore, su "esemplari al  vero e cimeli". L'impressione comples-
        siva  è di  un  impianto sostanzialmente tradizionale,  ricalcante cioè le  esperien-
        ze  dei  musei  tecnico-scientifici  europei  del  tardo  ottocento,  asservito  ad  un
        concetto del  tutto nuovo:  quello di  tener viva  la  memoria e  la  coscienza delle
        realizzazioni  aeronautiche italiane  per il  lungo  periodo di  divieto di  volo che,
        già attuato dalle autorità alleate, si  temeva evidentemente destinato a durare a
        tempo  indeterminato.  làle  chiave  interpretativa  parrebbe  confermata  dallo
        scarso  seguito  dato  all'iniziativa  dopo  la  conclusione  del  trattato  di  pace  che
        consentiva  all'Italia  di  mantenere,  sia  pure  con  fortissime  limitazioni  sotto  il
        profilo militare, una propria aviazione civile e militare.

            La  posizione  di  Briganti,  pur dettata dal  più  assoluto  realismo,  bloccò  dun-
        que  la  proposta  dell'ACA,  come  l'Associazione  stessa  non  mancò  di  far  notare
        quando, circa un anno più tardi, la  Direzione Generale Servizi assegnò al  Museo
        Aeronautico  Nazionale  gli  idrocorsa  Macchi  39,  67  e  72.  Priva  di  locali  in  cui
        conservare gli  apparecchi, l'ACA propose che "i relitti  in  oggetto vengano prov-
        visoriamente  conservati  a  Guidonia  in  qualche  locale  pur  restando  destinati  al
        Museo Aeronautico suddetto" (l8l.


            (17)  ACA  a capo SMA,  prot. 390,  11  febbraio  1946, in  AUSSMA,  collocazione  in  via  di
        definizione.
            (18)  ACA  a  generale  D.  Ludovico,  lO giugno  1951; ACA  a Segretario  Generale,  prot.
        54679, 8  giugno  1951; Dir.  Gen.  Servizi  a  Museo Aeronautico  Nazionale,  prot.  162182/3,
        30 maggio  1951.  (Tutte  in  AUSSMA,  cart.  G.18-1).
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