Page 208 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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-                                                               GREGORY  ALEGI





                A Reggio  Emilia,  ove  crescita ed  affermazione  delle  Officine  Reggiane  erano
            state dal  1935  motivo di  vanto, si  videro sfilare "per le vie  cittadine cortei di  ope-
            rai che, trascinando una carcassa di  aeroplano, gridavano - Basta con la produzio-
            ne di guerra!" (9)  I ragazzi che si recavano in aeroporto in bicicletta per lanciare gli
            aeromodelli amorevolmente costruiti  venivano apostrofati "con epiteti poco urba-
            ni;  i pitl  moderati  dei  quali erano:  guerrafondaio o fascista" (10),  ed  in città "c'era
            davvero chi si  diceva persuaso che quell'aeroplano o due che le  Reggiane avrebbe-
            ro potuto costruire in  un mese, potessero influire sul  livello degli armamenti aerei
             determinanti il  pericolo di  una nuova guerra:  incredibile ma vero!" (11)
                Oltre a stroncare ogni possibilità di  ripresa, tali  atteggiamenti sono indicati-
             vi  di  come il  clima creatosi  nel  Paese  rischiasse di  travolgere l'idea stessa di  una
             ripresa aeronautica e della continuità di  una forza armata dedicata precipuamen-
             te alla  condotta di  operazioni  aeree.  La  prima  battaglia  aeronautica combattuta
             nel dopoguerra fu  innanzitutto di  tipo culturale.



             CAssociazione Culturale Aeronautica
                 La ricostruzione dell'Aeronautica, prima ancora che il suo rilancio, richiedeva
             quindi non solo l'aggiornamento del  materiale ed il  rinnovo delle infrastrutture di-
             strutte dalla guerra, ma anche la  ricerca di  un rinnovato rapporto con la  nazione
             ed il p0polo italiano. Tale strategia fu  perseguita con due obbiettivi, costituiti l'uno
             dalla sistemazione del  passato e l'altro al  porre le basi del  futuro.
                 Il  primo strumento concepito per raggiungere lo scopo fu  l'Associazione Cultu-
             rale Aeronautica (ACA), nata nel 1945 con l'incarico di svolgere quegli incarichi che
             la forza armata aveva difficoltà a gestire in proprio. Nonostante il tentativo formale
             di  distinguersi dalla struttura ministeriale,  l'ACA era un organismo con caratteristi-
             che molto istituzionalizzate. La composizione del consiglio direttivo dell'ACA raffor-
             za tale interpretazione(12).  Il lungo ed accorato articolo con il  quale il  ministro per


                  (9)  Sergio Govi, Il caccia RE.2000 e la storia delle "Reggiane", Milano, GAE,  1983, p.  192.
                 (lO)  Ibid.
                 (11)  Pier Carlo Bergonzi, La gazzetta di Reggio,  17 aprile 1959, cito  in S.  Govi, ibid.
                 (12)  Nel  settembre  1946 il  Consiglio  di  presidenza  risultava composto dal  prof.  Enrico
             Paresce (presidente effettivo), dal prof. Antonio Ambrosini, dall'ing. Umberto Pomilio, ten. col.
             ing.  Gaspare Santangelo, on.  ing.  Umberto  Nobile,  ten.  col.  dr.  Norberto Redivo,  dr.  France-
             sco Buccellato, dr. Umberto Padula. Alla stessa data il  Comitato esecutivo dei soci fondatori ri-
             sultava composto dallo stesso Ambrosini, da  Redivo  e da Mecozzi, confermato nella carica di
             direttore.  Il  Collegio sindacale era composto dai  col.  Pio  Revello e Federico Stajano e dal  ten.
             col.  Vincenzo Mazzotti.  (ACA,  verbale della assemblea generale ordinaria dei soci, in "Attività
             dell'Associazione  Culturale Aeronautica" n.  9, suppl.  a Rivista Aeronautica 8/1946).
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