Page 112 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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112 150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno
Mortara e, più a nord, Gozzano. Agli inizi di maggio cade Vercelli e Biella.
I piemontesi non riescono ad ostacolare l’avanzata dell’esercito asburgico e
si attestano fra Alessandria, Valenza e Casale, mentre gli uomini di Gyulai si
fermano a circa 50 chilometri da Torino. A questo punto Vienna richiama le
truppe con l’ordine di abbandonare il territorio nemico e ingaggiare lo scon-
tro nell’area del Mincio che si era già rivelata favorevole agli austriaci undici
anni prima. Con la rinuncia all’assedio di Torino, l’aquila bifronte consente
alle truppe francesi di ricongiungersi con quelle sabaude e rafforzare il poten-
ziale dell’alleato.
Il 5 maggio 1859 arrivano i primi reparti francesi, si trattava della 2ª divi-
sione sotto l’egida del generale Joseph Vinoy, del IV corpo d’armata. Il 12
maggio sbarca a Genova l’imperatore Napoleone III che giorno 14 arriva ad
Alessandria dove assume il comando delle truppe franco-piemontesi, come
stabilito negli accordi.
E’ una guerra breve ma cruenta. All’esercito franco-piemontese si affian-
cano circa ventimila volontari accorsi da tutta Italia. Come detto, parte di essi
era stata inquadrata nei Cacciatori delle Alpi, al comando di Garibaldi ed è
proprio il generale nizzardo a cogliere i primi successi conquistando Como e
Varese. Successivamente, con la battaglia di Magenta (4 giugno 1859) e i
sanguinosi scontri di San Martino e Solferino, presso il lago di Garda (24
giugno), gli alleati mutano nettamente a proprio favore le sorti del conflitto.
Ma a questo punto Napoleone III decide una inaspettata quanto rapida ritira-
ta e firma l’armistizio di Villafranca (11 luglio 1859) in base al quale l’Au-
stria cede la Lombardia alla Francia che a sua volta la “dona” al Regno di
Sardegna. Non avendo rispettato gli accordi di Plombières , Napoleone III
rinunciava a Nizza e alla Savoia ma enorme fu la delusione e lo sconcerto fra
i patrioti italiani. Cavour, per protesta, si dimette. La decisione dell’Impero
francese scaturiva dall’enorme pressione dell’opinione pubblica transalpina e
dal timore di un intervento della Prussia a fianco di Vienna ed è proprio per
scongiurare l’empasse interna e soprattutto quella internazionale che il sovra-
no opta per il ritiro.
Notevoli le conseguenze della Seconda Guerra d’Indipendenza sull’area
centrosettentrionale della penisola: in Toscana e nei Ducati, dopo la vittoria
riportata dai franco-piemontesi a Magenta, i regnanti avevano abbandonato il
trono e il Paese, mentre nelle Legazioni pontificie un’insurrezione aveva
allontanato il cardinale legato. Durante la vacanza di potere, in queste aree si
erano formati governi provvisori che avevano offerto la dittatura a Vittorio
Emanuele II: il sovrano, non potendo ufficialmente accettare l’offerta, si era
limitato a inviare i propri emissari. La situazione era bloccata perché la Fran-