Page 113 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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la neutralità russa nella Guerra del 1859                           113



                   cia impediva all’Austria di intervenire, mentre il sovrano sabaudo non poteva
                   accettare le annessioni per non entrare in collisione con gli accordi franco-
                   austriaci.  Tuttavia  Vittorio  Emanuele  non  rifiuta  le  proposte  dei  governi
                   provvisori per non venire meno al “ruolo” di sovrano nazionale che l’opinio-
                   ne pubblica gli attribuisce. La situazione rimane così bloccata per molti mesi
                   mentre le diplomazie lavorano febbrilmente per trovare una soluzione al pro-
                   blema italiano. Il nodo viene sciolto grazie all’iniziativa di Cavour, tornato al
                   governo nel gennaio del 1860. Fidando sulla insoddisfazione di Napoleone
                   III per l’esito della guerra (non aveva ottenuto Nizza e la Savoia), sul favore
                   del  governo  britannico  nei  confronti  dell’espansione  sabauda  in  funzione
                   antifrancese e sulla neutralità della Russia  propone a Napoleone III di con-
                   sentire alle annessioni, previo plebiscito, proprio in cambio delle terre desi-
                   derate  (Nizza  e  Savoia).  Come  noto,  con  il  consenso  anglo-francese,  nel
                   marzo del 1860 in Toscana, a Parma, a Modena e nelle ex legazioni si svol-
                   gono i plebisciti, preceduti da una martellante propaganda organizzata dalla
                   Società Nazionale. Il 97% degli elettori vota per l’annessione, mentre forti
                   critiche provoca la cessione di Nizza.
                      A questo punto, nella primavera del 1860, la situazione geopolitica italia-
                   na  era  la  seguente:  al  nord  il  Regno  di  Sardegna  che  comprendeva  anche
                   Toscana ed Emilia, mentre il Veneto rimaneva ancora in mano austriaca; al
                   centro lo Stato pontificio (Lazio, Umbria e Marche con Roma presidiata dai
                   francesi); al sud, il Regno delle Due Sicilie, sul cui trono era appena salito il
                   giovane Francesco II.
                      Una situazione che avrebbe potuto evolversi in diverse direzioni, prima fra
                   tutte  una  confederazione,  soluzione  caldeggiata  dalle  cancellerie  europee.
                   Sarà invece l’iniziativa dei democratici ad avviare il processo che conduce,
                   nel giro di un anno, alla proclamazione del Regno d’Italia.



                   La PoLitica internazionaLe rUssa doPo La gUerra di crimea
                      Dopo la Guerra di Crimea del 1855, che aveva visto le maggiori potenze
                   europee schierarsi a fianco dell’Impero Ottomano contro la Russia, questa
                   segue, per un certo tempo, una politica estera prudente e ragionata finché la
                   pressione delle componenti nazionaliste della società russa unita ad ulteriori
                   tensioni  nei  Balcani    non  determina  un  nuovo  conflitto  dopo  il  1870.
                   Il  Trattato  di  Parigi  del  1856,  firmato  al  termine  della  Guerra  di  Crimea,
                   aveva smilitarizzato il Mar Nero e privato la Russia della striscia di Bessara-
                   bia situata sul delta del Danubio. Il trattato attribuiva alle potenze occidenta-
                   li (Francia e Gran Bretagna) il dovere di proteggere i cristiani che vivevano
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