Page 118 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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118          150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno



                 benché  non  trascuri  alcuna  speranza  od  occasione  di  agganciare  appoggi
                 esterni in favore degli interessi del potere temporale, indipendentemente da
                 ogni valutazione personale sulle possibilità di successo. Si può aggiungere
                 che sul piano dei rapporti umani L’Antonelli è capace di calamitare simpatie
                 umane che travalicano la protocollare cortesia diplomatica, cosa che ben più
                 difficilmente riesce al suo corrispondente da Parigi.
                   Se  si  tiene  conto  degli  interessi  che  ha  il  compito  di  difendere  e  degli
                 argomenti di cui dispone per farlo, si deve riconoscere che la posizione del
                 Sacconi nella capitale francese è oggettivamente difficile. Lo Stato Pontificio
                 denuncia infatti una crescente debolezza sul piano internazionale: non solo
                 per la propaganda mazziniana e per alcuni episodi clamorosi che lo hanno
                 mostrato sotto la luce peggiore - basti citare il notissimo caso Mortara - ma
                 proprio per l’immagine particolarmente negativa, antistorica, che mostra lo
                 Stato della Chiesa, fermissimo nel rifiutare ogni riforma in senso liberale,
                 contro i suggerimenti di gran parte d’Europa. Questa - scrive il Segretario di
                 Stato -pare animata da”soverchio amore pei popoli dello Stato Pontificio” .
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                 Simile atteggiamento suscita naturalmente non poche diffidenze in Francia,
                 dove  il  principe  Girolamo  Napoleone,  dopo  lo  scontro  di  Montebello,  si
                 lamenterà del Sacconi con l’Arcivescovo di Parigi, dicendogli che “le Nonce
                 est bien autrichien”  .
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                   Il 3 febbraio 1859 viene pubblicato l’opuscolo “Napoléon iii et l’italie” del
                 consigliere di Stato La Guerronière, ma chiaramente ispirato dall’Imperatore.
                 Lo scritto contribuisce ad aumentare i pericoli di guerra poiché sostiene che
                 Vienna, invece di prepararsi a difendere con le armi il Lombardo-Veneto,
                 dovrebbe intavolare trattative per cederlo pacificamente; anche il Pontefice e
                 gli altri sovrani italiani sono chiamati in causa, poiché dovrebberoo, secondo
                 l’estensore dell’opuscolo, adoperarsi per facilitare il buon esito dell’operazione.
                 Lo stato dei domini del Papa, poi, viene definito “anormale”, e l’aggettivo non
                 allude tanto alla presenza contemporanea sul suo territorio di truppe francesi
                 ed austriache, quanto piuttosto ai segni di irrequietezza interna che arrivano
                 fino a Parigi soprattutto dalle Marche e dalle Romagne  .
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                   Antonelli si muove subito perché, nell’evenienza di una guerra tra loro,



                 2  Antonelli a Sacconi, Roma, 3 ottobre 1858, doc. 3.
                 3  Secondo il principe, l’inviato pontificio aveva quasi messo in dubbio la sconfitta degli
                   austriaci a Montebello, facendo intravedere di avere simpatia per loro. Sacconi ad
                   Antonelli, Parigi, 4 giugno 1859, doc. 90.
                 4  Sacconi ad Antonelli, Parigi, 12 febbraio 1859, doc. 17 e allegati.
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