Page 123 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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il 1859 nel carteGGio antonelli-sacconi 123
atto vigoroso della Santa Sede”, conviene farlo subito per non trovarsi in
seguito a sopportare sacrifici ancora maggiori da un consesso internazionale
dominato da potenze ostili. E quando il Re di Sardegna non accetta l’offerta del
governo provvisorio delle Romagne, Sacconi dice che non basta e ribadisce le
sue precedenti opinioni: “Mi viene però supposto, che dopo il rifiuto del Re di
Sardegna non si voglia far altro, e che si ritiene essere la S. Sede contenta d’un
tal atto; il quale diverrebbe effimero, ed illusorio, se il Governo rivoluzionario
stabilitosi in Bologna si facesse esistere, e se gli alleati n’accettassero le truppe
e li servizj. Per me è necessario, che si faccia sciogliere tale Governo, e, se si
trovasse qualche resistenza poco presumibile, e non si credesse nell’attuale
stato di guerra di poter mandare qualche truppe per vincerla, che l’Imperatore
allo meno parli, disapprovi l’accaduto e confermi le promesse. Io parlo,
ed insisto in tal senso. Non venendo realmente ricusato ogni concorso dei
rivoluzionarj, ed ogni comunanza coi medesimi, né fatte tali cose, sarebbe
chiaro che l’Imperatore non vorrebbe mantener le promesse, o già sopraffatto
dalla rivoluzione non potrebbe farlo. Molto meno poi potrebbe sperarsi
ch’egli più tardi ottenesse la realizzazione delle medesime in un congresso a
noi evidentemente ostile. Potremmo perciò attenderci, a veder sanzionato il
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fatto della rivoluzione, ed a cose anche peggiori” .
Nel medesimo giorno 18 l’Antonelli dirama al Corpo diplomatico
accreditato in Roma una circolare, nella quale attribuisce la sollevazione di
Bologna a “un club rivoluzionario”, nonché ad “intelligenze ed eccitamenti
provenienti anche dall’estero” dopo la ribellione della Toscana; a ciò sono
dovuti gli “atti di fellonia” che hanno avuto per teatro anche Ravenna e Perugia.
Viene di conseguenza annunciato che nessun atto dei governi illegittimi che
si sono stabiliti sul suolo pontificio sarà riconosciuto da Roma . Al fine di
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dare maggiore consistenza a questa presa di posizione, il governo del Papa
muove anche le truppe che ha, le quali riescono a rioccupare le provincie
delle Marche già insorte (Fano, Senigallia, Urbino) e la città di Perugia; qui
però i nuovi arrivati si comportano in modo da tirarsi addosso l’accusa di
terrorismo: avvengono fatti gravi che costringeranno il Nunzio Apostolico a
una difficile difensiva in Francia, dove secondo lui la stampa descrive “coi più
neri colori, e calunniosamente, la condotta delle truppe svizzere a Perugia” .
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Ma questa campagna non arriva nel momento giusto per la Santa Sede, visto
18 Sacconi ad Antonelli, Parigi, 21 giugno 1859, doc. 98.
19 Antonelli a Sacconi, Roma, 21 giugno 1859, doc. 99, allegato.
20 Sacconi ad Antonelli, Parigi, 2 luglio 1859, doc. 108.