Page 126 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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126          150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno



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                 disposto invece ad accettare quella “tranquilla, spontanea” . Ma l’Antonelli
                 ha capito, il 14 agosto scrive al Nunzio di avvertire “tristi presagi a nostro
                 conto, imperocché sia pel modo con cui intendesi che ritornino all’ordine le
                 provincie sollevatesi… sia pel linguaggio che s’usa nei pubblici giornali…
                 viene meno ogni giorno di più la speranza che nudrivasi di valido e sincero
                 appoggio” .  E  infatti  il  7  settembre  1859  la  deputazione  delle  Romagne
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                 dichiara l’annessione al Regno di Sardegna, dimostrando che la rivoluzione
                 cammina  e  si  afferma  al  di  là  di  tutto,  indifferente  a  che  si  qualifichi  la
                 pronuncia “atto sacrilego e ribelle”. 27
                   Il resto, tutto il resto che seguirà, sarà una inutile battaglia di retroguardia.
                 Il 10 settembre il Segretario di Stato comunica che “il S. Padre non è alieno
                 in genere dal condiscendere a tutte quelle riforme che non siano per ledere la
                 sua libertà e indipendenza”, però prima rivorrebbe le Romagne. Intanto però
                 in Toscana e in Emilia le forze armate si “piemontesizzano”. Mentre è sempre
                 più palese che nessuno Stato conservatore ancora favorevole al Papa - Napoli,
                 Spagna, Portogallo - è in grado di aiutarlo con le armi forzando la volontà dei
                 vincitori della guerra; l’Austria, come sappiamo, è fuori gioco. Sacconi scatena
                 il clero cattolico e la stampa cattolica in Francia per premere sul governo, ma
                 non serve a niente: la sua intransigenza lo porterà a criticare il cardinale di
                 Parigi che non vuole irritare l’Imperatore, ma alla fine dovrà ammettere suo
                 malgrado che il memorandum del governo provvisorio romagnolo “fa una
                 certa impressione” nella capitale francese . E’ inutile seguire passo passo i
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                 successivi contorcimenti, le proteste, le discussioni, le liti, che non approdano
                 a nulla. La pace di Zurigo (10 novembre), per lo Stato Pontificio richiama
                 soltanto  le  riforme,  all’art.  20,  non  della  restituzione  al  Papa  dei  territori
                 perduti.  Né  la  campagna  clericale  ottiene  risultati  in  Francia,  salvo  dare
                 fastidio all’Imperatore che l’11 gennaio 1860, incontrando il Nunzio ad un
                 ricevimento, gli chiede se per caso il Pontefice vuol fargli la guerra  . Mentre
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                 il tempo passa e le situazioni di fatto si consolidano, da parte francese si cerca,
                 al massimo, di essere sempre un po’ cortesi verso Roma. E l’11-12 marzo
                 1860 il plebiscito sancirà definitivamente l’annessione delle Romagne.







                 25  Sacconi ad Antonelli, Parigi, 13 agosto 1859, doc. 135.
                 26  Antonelli a Sacconi, Roma, 14 agosto 1859, doc. 136.
                 27  Antonelli a Sacconi, Roma, 27 settembre 1859, doc. 155.
                 28  Sacconi ad Antonelli, Parigi, 11 ottobre 1859, doc. 164.
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