Page 155 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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il Gen. Giuseppe Garibaldi dal reGno di sardeGna verso l’unità d’italia 155
Il Generale Giuseppe Garibaldi
dal Regno di Sardegna verso l’Unità d’Italia
Prof. Aldo A. Mola
a figura e l’opera di Giuseppe Garibaldi assunsero e svolsero un ruolo
L paradigmatico negli anni 1859-60, nei quali la nascita del Regno d’Italia
comportò la riorganizzazione della macchina pubblica degli Stati preunitari
(incluse forze armate e apparati di sicurezza e dell’ordine) in funzione della
realtà istituzionale nuova. Il trapasso dall’una all’altra realtà fu complesso ma
non traumatico, tanto più se rapportato alla rapidità e alla portata del cambia-
mento. L’avvento dell’unificazione venne denunciato dai sovrani debellati e
dalla variegata pubblicistica antiunitaria tuttora viene definita “conquista
sabauda”, come fosse il risultato di una guerra italo-italiana.
Tale valutazione lascia però aperti due interrogativi che riguardano la sto-
ria militare e trovano risposta sul terreno della storia. In primo luogo va con-
statato che le due guerre d’indipendenza (1848-49, la cui seconda fase durò
pochi giorni e investì solo le adiacenze di Novara e 1859) e i processi che
condussero al crollo dei sovrani preunitari causarono danni materiali circo-
scritti: pressoché irrilevanti nei ducati padani e nel granducato di Toscana,
esigui nelle regioni sottratte al pontefice, più consistenti in Sicilia e in aree
molto ristrette del Napoletano. Anche le battaglie che impegnarono masse e
risultarono più sanguinose, a parte Palermo non ebbero per teatro città né
coinvolsero la popolazione civile. A tale riguardo rimane emblematica quel-
la di San Martino (24 giugno 1859), che si risolse in un reiterato scontro di
linee di fuoco appoggiate a pochi edifici di modesto valore intrinseco: nulla
a che vedere con la posta in gioco in una partita militare dalle enormi ricadu-
te politiche e storiche quale fu l’unificazione dell’Italia o la stessa annessione
della Lombardia alla corona sabauda. In secondo luogo i caduti della guerra
italo-italiana nel 1859-60 furono numericamente inconfrontabili con quelli
registrati nel ventennio dall’irruzione dell’Armata d’Italia di Napoleone
Bonaparte alla caduta di Gioacchino Murat dal trono di Napoli. Quanti parla-
no di conquista sabauda e puntano il dito sulla repressione del brigantaggio
non rapportano il costo in vite umane dell’unificazione con quelle lamentate
nel Mezzogiorno nel 1798-99, quando a Napoli (narrano le cronache) si veri-
ficarono persino episodi di cannibalismo. Lo stesso vale per l’Italia centro-